BRUXELLES - L'ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, detenuta dal 9 dicembre scorso nell'ambito dell'inchiesta sul cosiddetto Qatargate, è uscita dal carcere di Haren e ha fatto rientro nella sua abitazione a Bruxelles, dove da ora si trova agli arresti domiciliari con l'obbligo di braccialetto elettronico. La scarcerazione era stata decisa mercoledì dai magistrati. La politica ellenica ritrova la figlia di due anni dopo oltre quattro mesi.
"Mia figlia mi sta aspettando, sono molto felice che tra poco sarò con lei, la nostra lotta continuerà con la determinazione dei nostri avvocati", ha detto Kaili, facendo rientro nella sua abitazione di Bruxelles dove si trova ora agli arresti domiciliari nell'ambito del cosiddetto Qatargate. Parlando ai giornalisti dal finestrino del taxi che l'ha riportata a casa, Kaili ha aggiunto: "Parleremo presto".
"Il cammino che resta da fare è ancora difficile. Eva Kaili si batterà per provare la sua innocenza e ha un sogno: essere assolta dalla giustizia", ha detto il legale di Kaili, Michalis Dimitrakopoulos, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles all'indomani della decisione della giustizia belga di concedere gli arresti domiciliari alla politica greca indagata nell'ambito del Qatargate. "I soldi che sono stati trovati in casa" dell'ex vicepresidente dell'Eurocamera e Francesco Giorgi "non avevano alcuna relazione con lei, e gli investigatori non hanno trovato alcuna sua impronta digitale sulle banconote", ha spiegato.
"Sono molto felice che venga scarcerata con dignità e senza che abbia confessato reati che non ha commesso", ha aggiunto ancora Dimitrakopoulos, indicando la volontà dell'ex vicepresidente greca di fare ritorno in patria, una volta che la vicenda sarà conclusa, "per abbracciare i suoi compatrioti che l'hanno onorata della loro fiducia eleggendola per tutti questi anni" come loro rappresentante in Europa.
L'ex vicepresidente del Parlamento europeo venne arrestata il 9 dicembre scorso in flagranza di reato, con valigie piene di denaro contante nella casa di Rue Wiertz - dove oggi ha fatto rientro -, che divideva con il compagno Francesco Giorgi, braccio destro dell'ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri, ritenuto la mente del Qatargate. La polizia fermò anche il padre della politica ellenica, subito rilasciato, che stava scappando con un'altra borsa piena di soldi. In tutto, si trattava di 750mila euro.
Accusata di corruzione e riciclaggio di denaro, Kaili si è sempre detta innocente ed estranea al presunto giro di corruzione internazionale partito da Rabat e Doha, negando ogni legame diretto con il denaro sul quale, secondo le ultime indiscrezioni investigative, non sarebbero stare rinvenute le sue impronte digitali. Giorgi ha invece ammesso le sue responsabilità, scagionando sempre l'eurodeputata socialista.
La lunga detenzione preventiva della politica greca, allontanata per oltre quattro mesi dalla figlia, in questi mesi ha scatenato severe critiche da diverse parti del mondo politico - dai Socialisti ai Popolari europei - e dell'opinione pubblica. Ora Kaili resterà confinata nella sua abitazione insieme alla figlia ma non potrà incontrare il compagno, uscito dal carcere a fine febbraio e detenuto ai domiciliari in un'altra casa nel quartiere di Ixelles, a pochi passi dalla sede del Parlamento europeo.