ATENE, 24 FEB - I rappresentanti di 15 Stati membri dell'Unione europea hanno firmato una dichiarazione congiunta ad Atene, nell'ambito della Seconda conferenza europea sulla gestione delle frontiere, per invitare la Commissione Ue "a fornire un adeguato sostegno finanziario agli Stati membri in prima linea alle frontiere esterne". La dichiarazione congiunta sottolinea l'importanza di un controllo efficace ai confini attraverso "misure legali, finanziarie, operative e tecniche, nonché un approccio globale" alla gestione del fenomeno.
Tra i firmatari ci sono Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia, Romania, Lettonia, Lituania, Romania e Slovacchia. Nel concludere la dichiarazione, i Paesi firmatari hanno espresso il loro impegno "a offrire protezione a chi ne ha bisogno". A questo proposito, "continueremo a sostenere il popolo ucraino in fuga dalla brutale guerra di aggressione della Federazione Russa contro l'Ucraina" si legge nel testo.
Il ministro per l'Immigrazione greco Notis Mitarakis ha annunciato che "il muro nella regione greca dell'Evros verrà costruito lungo tutto il confine" con la Turchia. Lo ha dichiarato durante un incontro con la stampa a margine dell'evento. Il ministro ha definito la recinzione "una scelta necessaria di interesse nazionale" per la gestione del fenomeno migratorio, a prescindere dal parere di Bruxelles che pure, a detta di Mitarakis, ha compiuto dei "passi in avanti" sul tema.
"L'orientamento dell'Ue è cambiato in meglio, in quanto la Commissione europea accetta già che i progetti di accompagnamento della recinzione, come gli strumenti tecnologici, possano essere finanziati dall'Unione europea" ha dichiarato il ministro, che ha poi specificato: "Questo significa che parte del costo di un programma più completo di protezione delle frontiere può essere coperto direttamente dal bilancio europeo".
Mitarakis ha inoltre affermato che gli Stati membri dovrebbero avere più libertà di scelta quando si tratta di proteggere i propri confini. "Credo che le recinzioni siano il modo meno violento di proteggere il territorio dell'Ue e che la maggior parte dei flussi verso l'Europa passi attraverso Paesi terzi sicuri, il che giustifica fortemente la necessità di recinzioni" ha concluso il ministro.
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