Più di 30 miliardi di euro del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e del Fondo sociale europeo Plus (Fse+) saranno destinati alle regioni meno sviluppate dell'Italia meridionale. L'obiettivo è ridurre il divario, ancora ampio, tra le regioni in termini di attività economica, opportunità di lavoro, istruzione e accesso ai servizi e all'assistenza sanitaria.
Oltre 8,7 miliardi di euro a titolo del Fesr saranno destinati a rendere l'energia più accessibile, pulita e sicura per investire in un'economia circolare e a basse emissioni di carbonio, nonché in ristrutturazioni efficienti dal punto di vista energetico negli edifici pubblici. Inoltre, le risorse del Fesr saranno investite per rafforzare la mobilità sostenibile e per rendere le regioni, le città e le infrastrutture più resistenti agli impatti dei cambiamenti climatici e dei rischi naturali.
L'Italia investirà in misure per l'adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi e la resilienza a fenomeni quali tempeste, inondazioni e siccità. Ad esempio, 1,2 miliardi di euro del Fesr, miglioreranno l'efficienza della rete idrica nazionale, promuovendo nel contempo la digitalizzazione e il monitoraggio intelligente anche nel settore del trattamento delle acque reflue. Un miliardo nell'ambito del Just Transition Fund (Jtf) contribuirà a mitigare gli impatti della transizione verde e sostenere la diversificazione delle attività economiche attualmente basate su industrie ad alta intensità di carbonio.
Le zone più colpite del paese sono il Sulcis Iglesiente' in Sardegna e la zona di Taranto in Puglia. L'Italia stanzierà 9,5 miliardi di euro per migliorare la competitività dell'industria in tutte le regioni, la digitalizzazione e la produttività delle piccole e medie imprese e per sostenere la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione. Del Fse+ 15 miliardi saranno investiti in misure di inclusione sociale e in misure attive sul mercato del lavoro e di formazione per promuovere l'occupazione giovanile nell'ambito della garanzia per i giovani, ad esempio mediante l'apprendistato, nonché il lavoro autonomo e l'imprenditorialità.
Dal Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura (Feamp) 518 milioni contribuiranno alla creazione di un settore della pesca e dell'acquacoltura sostenibile e a basse emissioni di carbonio nel Mediterraneo, rafforzare lo sfruttamento e la gestione sostenibili delle risorse acquatiche e marittime e promuovere l'innovazione. Promuoverà inoltre la decarbonizzazione dei settori dell'economia blu, la protezione dell'ambiente marino e della biodiversità. Particolare attenzione sarà data alle comunità locali costiere.
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