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Allarme degli enti locali Ue, se esclusi dal Pnrr le disparità potrebbero crescere

BRUXELLES - Regioni e città restano per lo più esclusi dai Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr), rischiando così una cattiva allocazione dei fondi, un aumento delle disparità territoriali e l'indebolimento dei piani stessi. È l'allarme lanciato da una nuova consultazione congiunta del Comitato europeo delle Regioni e il Consiglio dei comuni e delle regioni d'Europa (Cemr), nel giorno in cui i leader Ue si incontrano a Bruxelles per una riunione straordinaria e il Parlamento europeo si accinge a presentare la sua valutazione sull'attuazione dei piani di ripresa dalla pandemia.

A un anno di distanza da un precedente studio che aveva mostrato risultati scoraggianti sul coinvolgimento degli enti locali nella gestione dei Pnrr, il sondaggio mostra alcuni miglioramenti ma un approccio dall'alto verso il basso nella maggior parte dei casi. Il segretario generale del Cemr, l'italiano Fabrizio Rossi, avverte: "I governi centrali farebbero un enorme errore di giudizio non operando in una vera collaborazione con Comuni e Regioni. Solo lavorando insieme possiamo garantire che i piani nazionali di ripresa rispondano ai bisogni delle nostre comunità e forniscano i risultati che i cittadini meritano". Le perplessità riguardano la coesione territoriale, sebbene gli intervistati abbiano mostrato ottimismo sulla capacità dei piani di ripresa di sostenere le transizioni verde e digitale.

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