BRUXELLES - Entra nel vivo la discussione sull'Esercito Ue, con la riunione, oggi e domani, dei 27 capi di stato maggiore, sotto la guida del generale Claudio Graziano, presidente del comitato militare europeo. Si tratta di un dibattito centrale, in vista del Consiglio dei ministri degli Esteri e della Difesa (formato congiunto) del 16 novembre, e di una probabile prima discussione dei leader al vertice di dicembre. Alla base dell'incontro c'è l'analisi della bozza della 'bussola strategica', vale a dire l'orientamento della difesa comune per i prossimi anni.
Il documento, preparato dall'Alto rappresentante Josep Borrell, e condiviso la settimana scorsa con le cancellerie, è articolato su quattro tematiche: "Act and Prepare", "Anticipate and Protect", "Invest and Innovate", oltre a "Cooperation and Support" e getta basi concrete per una Forza Ue, con un centro di comando a Bruxelles e una dotazione di 5mila soldati. Temi chiave anche la collaborazione con la Nato, la capacità industriale, e la resilienza a minacce cyber e ibride.
Ma lo snodo principale è rappresentato dal processo decisionale per finalizzare l'iniziativa della Forza Ue. Sarà cioè importante capire se si andrà verso l'unanimità (che richiederebbe tempi più lunghi) o verrà privilegiata una coalizione ad hoc, una cooperazione rafforzata (più veloce) per partire con chi è interessato. L'ultima parola su questo spetterà comunque ai capi di stato e di governo. Nella partita l'Italia ha un ruolo di rilievo da giocare: da un lato c'è il tema del posizionamento strategico, con un'autorevolezza rinnovata verso il fianco Sud (Libia e Sahel), dall'altro, ricadute interessanti per le capacità industriali, non soltanto per aziende leader come Leonardo e Fincantieri, ma anche per un numero consistente di piccole e medie imprese.
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