BRUXELLES - Non esiste un approccio univoco per governare i grandi spazi metropolitani, ma è da qui che passa la costruzione di un'Europa più verde e più equa. Questo in sintesi il messaggio lanciato da stakeholder e ricercatori che hanno preso parte all'evento sul ruolo delle città metropolitane nella politica di coesione, organizzato dal programma Espon, specializzato in analisi delle politiche regionali, in collaborazione con la presidenza portoghese del Consiglio Ue. Il dibattito ha rappresentato un'occasione per riflettere sulle possibilità di integrazione degli obiettivi della politica di coesione nella pianificazione e attuazione delle politiche su scala metropolitana, e sul contributo della politica di coesione nel miglioramento della cooperazione e delle dinamiche di governance a livello metropolitano.
La riflessione si è svolta a partire dalle evidenze emerse in due progetti di ricerca: Espon Metro, che pone a confronto le esperienze, estremamente eterogenee, di nove città ed aree metropolitane in tutta Europa, ed Espon Imagine che mette sotto la lente di ingrandimento un'area urbana di grande rilevanza per l'Ue, la regione tra Milano e Bologna. "Sono in corso processi e nuove dinamiche tra territori e funzioni", che "l'attuale assetto istituzionale non è in condizione di governare", osserva Piero Bassetti, fondatore di Globus et Locus, osservatorio sulla glocalizzazione, sottolineando come queste esigenze emergenti, dalla mobilità, alla logistica, all'ambiente, costituiscano una sfida per "le istituzioni a ridefinire le proprie forme di governance" e richiedano "nuove tecniche di governo". Per Bassetti è quindi fondamentale lo sviluppo di "reti e programmi strategici a livello europeo in grado di governare la trasformazione degli scenari urbani e regionali". D'altra parte la politica di coesione Ue, che sostiene le strategie di sviluppo a guida locale e conferisce potere alle autorità locali nella gestione dei fondi europei, rappresenta per Alfredo Corbalan, responsabile affari Ue della regione di Bruxelles-Capitale, "uno strumento chiave per costruire fiducia e creare dei modi per cooperare e rendere le metropoli più sostenibili".
In quest'ottica, secondo Alessandra Barbieri, dirigente del comune di Firenze, le aree urbane rappresentano delle "best practice nella programmazione operativa nazionale dei fondi sulle città metropolitane durante il periodo 2014-2020, concepito nel quadro dell'agenda urbana Ue per la politica di coesione". Per Barbieri "occorre capitalizzare questa esperienza" soprattutto alla luce delle nuove sfide poste dalla pandemia e dalla ripresa economia. Le città metropolitane sono pronte a "fare la propria parte per costruire un'Europa più verde, digitale, resiliente e sociale - conclude Barbieri - anche grazie al ruolo diretto che possono avere nella gestione e nel monitoraggio dei fondi del programma Next Generation Eu".