Domenica 24 Novembre 2024

Brexit: von der Leyen, Regno Unito attui accordo recesso

Brexit: Barnier avverte il Regno Unito, ’rispetti ciò che ha firmato’

BRUXELLES - Sale di tono la sfida del Regno Unito all'Ue alla vigilia della ripresa dei negoziati sul dopo Brexit, in stallo da tempo. Trovare "un accordo con gli amici europei in tempo per il Consiglio Ue del 15 ottobre" oppure "accettare entrambi il fatto che non ci sarà un trattato di libero scambio tra noi e andare avanti". E' questo il messaggio dell'annunciato intervento odierno del premier britannico Boris Johnson sul dopo Brexit, diffuso integralmente da Downing Street alla vigilia della ripresa dei negoziati sulle relazioni future con Bruxelles, finora in stallo su alcuni punti cruciali, mentre la sterlina arretra. Nel suo speech, il primo ministro Tory nota che anche l'Ue ha fissato un termine ultimo per i colloqui e, pur ribadendo di auspicare ancora un'intesa sul modello "del Canada", afferma che l'ipotetico no deal di fatto - ossia un futuro di rapporti commerciali con i 27 gestito secondo le regole del Wto "come con l'Australia" - sarebbe comunque "un buon epilogo per il Regno Unito". Le parole di Johnson, accompagnate dalla conferma di Downing Strett della volontà d'introdurre norme interpretative nazionali per "chiarire" impegni già sottoscritti con Bruxelles sul confine irlandese, spinge intanto al ribasso la sterlina, in calo dell'1% sul dollaro e dello 0,8 sull'euro.

"Confido che il governo britannico attui l'accordo di recesso, un obbligo ai sensi del diritto internazionale e prerequisito per qualsiasi futura partnership", ha scritto in un tweet la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. "Il protocollo sull'Irlanda/Irlanda del Nord è essenziale per proteggere la pace e la stabilità sull'isola e l'integrità del mercato unico", aggiunge von der Leyen. 

"Tutto quello che è stato firmato deve essere rispettato", è stato invece l'avvertimento del capo negoziatore Ue per la Brexit Michel Barnier al Regno Unito questa mattina dai microfoni di France Inter commentando le voci diffuse da alcuni media che evocavano una possibile messa in discussione da parte britannica delle parti chiave dell'accordo di recesso. Barnier sarà oggi a Londra in vista di un nuovo round negoziale.

"L'Ue ha fatto numerose proposte costruttive per sbloccare i negoziati. Mentre restiamo determinati a cercare un'intesa col Regno Unito", attraverso i round negoziali che restano, "l'Ue è pronta, nel caso di uno scenario di 'no deal', a condurre" le sue relazioni commerciali col Regno Unito, "sulla base dei termini del Wto , dal primo gennaio 2021", ha detto il portavoce della Commissione europea per la Brexit, Daniel Ferrie, rispondendo ad una domanda. 

Dopo l'anticipazione dell'intervento con cui Boris Johnson ha deciso oggi di formalizzare una sorta di ultimatum a Bruxelles - indicando la data del 15 ottobre come limite per raggiungere un'intesa di libero scambio o altrimenti prepararsi a un no deal di fatto sul "modello australiano" che il premier Tory dice di non temere - il governo britannico ha oggi fatto sapere di voler tenere di riserva anche un disegno di legge nazionale studiato per concedere al Parlamento di Westminster il potere di aggirare alcuni punti dell'accordo di divorzio già sottoscritto l'anno scorso con Bruxelles. L'iniziativa, anticipata dal Financial Times, è stata ridimensionata, ma non smentita da Downing Street, secondo cui la proposta è per ora "in stand-by". E l'esecutivo si riserva di sottoporla al Parlamento, dove ha una larga maggioranza, solo ove si rendesse necessario affrontare conseguenze specifiche di una mancata intesa negoziale sulla relazioni future.

Un accordo per il dopo Brexit con Bruxelles è ancora possibile, anche se il tempo stringe, ma il Regno Unito non è disposto a diventare "uno Stato vassallo dell'Ue" e "non ha paura" di un eventuale 'no deal' sulle relazioni future se i 27 non accetteranno un compromesso, ha ribadito ieri in un'intervista al Mail on Sunday il capo negoziatore del governo Tory britannico di Boris Johnson, David Frost, in uno dei suoi primi interventi pubblici così ampi ed espliciti, confermando che a fine anno il periodo di transizione avrà comunque termine e che gli europei devono capire che il suo team "non bluffa" a differenza di quello di Theresa May.

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