BRUXELLES - Il Comitato europeo delle Regioni (CdR) esprime rammarico per l'intenzione della Commissione europea di non aprire alla revisione della direttiva quadro sulle acque dell'Ue. In un parere adottato in plenaria con 219 sì, due voti contrari e tre astensioni, il CdR chiede un cambio di paradigma per mettere la 'circolarità' e la sostenibilità al centro delle politiche di gestione delle risorse idriche, anche alla luce del riscaldamento globale e dell'emergenza del Covid-19. Secondo l'organismo che rappresenta gli enti regionali e locali dei 27 stati membri Ue, non tutti gli obiettivi della direttiva quadro sulle acque dell'Ue e della direttiva alluvioni sono stati infatti pienamente raggiunti, a causa di finanziamenti inadeguati, di un'attuazione lenta e di una integrazione insufficiente degli obiettivi ambientali nelle politiche settoriali.
"È importante stabilire una cooperazione permanente tra i decisori politici locali, regionali e gli scienziati, in modo da mettere in atto le migliori scelte politiche sulla base di un approccio innovativo, inclusa l'eco-idrologia e soluzioni basate sulla natura", ha sottolineato il relatore del parere, il presidente della Cuiavia-Pomerania in Polonia Piotr Calbecki, esprimendo "profondo rammarico" per il mancato aggiornamento della direttiva quadro sulle acque.
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