BRUXELLES - Il Tribunale dell'Ue ha annullato per "mancanza d'imparzialità" la decisione del Parlamento europeo di chiedere all'Adde, partito politico europeo di riferimento degli euroscettici britannici dello Ukip, la restituzione di 172.654 euro di sovvenzioni. La decisione si riferisce all'esercizio finanziario 2015. Dopo alcuni controlli, il Pe era giunto alla conclusione che determinate spese per cui erano stati concessi finanziamenti erano da considerare inammissibili poiché usate per finanziare attività nazionali in Gran Bretagna, contro le regole europee.
I fondi contestati sono serviti tra le altre cose per nove sondaggi d'opinione in vista delle elezioni generali britanniche del 2015 e del referendum sulla Brexit. In particolare, su 1,24 milioni di euro di sovvenzione massima, l'Eurocamera aveva ritenuto non ammissibile la somma di 500.615 mila euro, chiedendo così all'Alleanza per la democrazia diretta (Adde), di rimborsare 172.654 euro.
L'Adde sosteneva che la decisione del Pe non fosse stata "né equa né imparziale" perché fra i 15 membri dell'ufficio di presidenza che hanno chiesto il risarcimento dei fondi non vi era alcun rappresentante dei partiti 'euroscettici'. Inoltre, l'Adde ha evidenziato che Ulrike Lunacek (Verdi), vicepresidente del Parlamento Ue e membro dell'ufficio di presidenza, abbia rilasciato prima della decisione delle dichiarazioni pubbliche che anticipavano il suo giudizio sulla questione. Frasi che, si legge nella sentenza, hanno "seriamente compromesso" le apparenze d'imparzialità della scelta del Pe.
I giudici hanno analizzato anche il sondaggio finanziato con i fondi contestati dal Pe, che è stato fatto in altri 6 Paesi Ue oltre al Regno unito, con gli stessi quesiti sull'appartenenza all'Unione. Pertanto, il Tribunale considera che la dichiarazione d'inammissibilità della totalità delle spese del sondaggio non fosse giustificata. Con la stessa sentenza, il Tribunale ha invece respinto il ricorso contro un'altra decisione del Pe relativa all'esercizio finanziario 2017. Secondo i giudici, il Parlamento era legittimato a richiedere all'Adde una garanzia bancaria e a limitare il prefinanziamento al 33 % dell'importo totale. Le parti hanno ora due mesi per fare ricorso davanti alla Corte Ue.