LONDRA - E' subito scontro fra il nuovo premier conservatore britannico Boris Johnson e la leader degli indipendentisti scozzesi dell'Snp, Nicola Sturgeon, first minister del governo locale di Edimburgo, nel giorno della prima visita in Scozia del successore di Theresa May. Johnson ha provato a tendere la mano sul dopo Brexit, ma Sturgeon - contraria al divorzio da Bruxelles come la maggioranza dell'elettorato scozzese - ha risposto a muso duro. Il neopremier si è fatto annunciare promettendo 300 milioni di sterline di fondi extra per la Scozia, come per l'Irlanda del Nord - dove la Brexit rischia d'impattare sulle storiche divisioni in caso di no deal e di contraccolpi sul confine attualmente aperto con la Repubblica d'Irlanda - e per il Galles. Ha inoltre difeso dalle nuove pulsioni centrifughe l'unione delle 4 nazioni del Paese: "la più riuscita unione politica ed economica della storia", ha detto, evocando "un futuro luminoso dopo la Brexit" a patto di "rinnovare i legami che ci tengono insieme nel Regno Unito".
Sturgeon, sostenitrice ora più che mai di un secondo referendum sulla secessione della Scozia da Londra, ha ribadito tuttavia la sua totale contrarietà alla Brexit e in particolare all'opzione di una uscita senz'accordo dall'Ue, che Johnson non esclude. Non senza definire "vergognoso" che il nuovo governo Tory voglia stanziare 100 milioni per una campagna mirata a preparare la popolazione all'ipotetico no deal.
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