BRUXELLES - In Europa gli antibiotici usati per trattare infezioni di origine animale come campilobatteriosi e la salmonellosi stanno diventando meno efficaci, con la multiresistenza a tre o più antimicrobici che è elevata nella salmonella nell'uomo (28,3%) e negli animali. E' il quadro che emerge dal rapporto annuale stilato da Efsa e Ecdc sulla resistenza agli antibiotici nelle malattie che possono essere trasmesse tra animali e esseri umani. In Italia la situazione è stabile. La resistenza nei suini è elevata per farmaci comunemente usati contro la Salmonella, ma non sono stati riportati dati sul Campylobacter. Sono però alti i livelli di resistenza registrati all'e.coli nei suini (69,2% contro il 34,3% in Europa) e nei vitelli (86,8% contro il 41,5% nei 10 paesi principali produttori), con bassa prevalenza nelle carni (suine 7% contro 4,7% Ue, e bovine 8,1% contro 3,9%).
Nonostante dati che segnalano un miglioramento della situazione negli allevamenti, al livello europeo l'allerta resta alta. "Abbiamo visto che quando gli Stati membri hanno attuato politiche rigorose, la resistenza antimicrobica è diminuita negli animali - afferma Marta Hugas dell'Efsa - le relazioni annuali delle agenzie europee e nazionali includono esempi degni di nota e questo dovrebbe servire da ispirazione per altri Paesi". La situazione "fa suonare un campanello d'allarme - dichiara il commissario Ue alla salute Vytenis Andriukaitis - e prima che diventi una sirena assordante, dobbiamo rafforzare la cooperazione tra paese e settori della sanità pubblica, della salute animale e dell'ambiente".