BRUXELLES - Il negoziato finale tra Consiglio, Parlamento e Commissione Ue sulla riforma del copyright partirà la prossima settimana ma la strada per trovare un accordo non appare ancora spianata mentre il tempo utile per arrivare al varo del provvedimento entro la fine di questa legislatura sta per scadere. A sbloccare l'impasse che si era venuto a creare per una serie di veti incrociati è stato l'ok dato a maggioranza qualificata venerdì a tarda sera dai rappresentanti dei Paesi membri alla proposta negoziale presentata dalla presidenza di turno rumena dell'Ue. Il compromesso raggiunto, a quanto si è appreso, prevede tra l'altro la limitazione della responsabilità delle piccole piattaforme, un tema molto caro alla Germania e su cui Berlino ha trovato alla fine l'appoggio della Francia. Questo ha consentito alla presidenza rumena di avere, a maggioranza qualificata, luce verde per aprire il tavolo negoziale con le altre istituzioni Ue nonostante la posizione contraria dell'Italia e di altri nove Paesi (Belgio, Olanda, Lussemburgo, Polonia, Slovacchia, Malta, Svezia, Finlandia, Danimarca). Tutti, a vario titolo, ancora "insoddisfatti" della formulazione della proposta di direttiva, specie gli articoli 11 e 13. Martedì scorso il vice premier Luigi Di Maio aveva parlato di "segnali non incoraggianti" in arrivo da Bruxelles.
"La priorità per l'Italia - aveva ricordato il vice premier - è l'eliminazione della link tax e dei filtri diretti o indiretti sui contenuti caricati dagli utenti delle piattaforme, insieme ad un allargamento delle eccezioni al diritto d'autore che consenta lo sviluppo della data economy. Stiamo chiedendo in sede europea il cambiamento dei celebri articoli 11 e 13 della direttiva. La rete deve essere mantenuta libera e neutrale perche' si tratta di un'infrastruttura fondamentale per la libera espressione dei cittadini". A dirsi soddisfatto dell'intesa raggiunta è invece stato, a nome della presidenza di turno Ue, il ministro della Cultura rumeno Valer-Daniel Breaz. "La scorsa notte abbiamo raggiunto un risultato positivo", ha detto. "La nostra proposta di compromesso tiene conto degli interessi dei titolari dei diritti d'autore, degli artisti e dei creatori di contenuti, del bisogno di tutelare la competitività economia dell'Ue e della necessità di garantire ai cittadini l'accesso a contenuti culturali di alta qualità". Ora la trattativa passa al cosiddetto 'trilogo' (Consiglio, Parlamento e Commissione) che si svolgerà martedì o mercoledì a Strasburgo. Ma gli addetti ai lavori sottolineano che ormai il tempo per chiudere il negoziato è agli sgoccioli. Più o meno ci sono ancora dieci giorni utili, poi tutto sarà rimandato alla nuova legislatura che prenderà il via dopo le elezioni europee di maggio. Una prospettiva che preoccupa gli editori europei, secondo i quali l'approccio del Parlamento Ue all'articolo 11 (diritti degli editori) "propone una soluzione bilanciata ed applicabile per proteggere gli editori dall'uso selvaggio dei contenuti editoriali da parte dei servizi online in un ambiente digitale".