Le proposte avanzate finora dall'Ue per risolvere il nodo della frontiera irlandese nel negoziato sulla Brexit - tramite un backstop garantito da un allineamento di regole fra Irlanda e Irlanda del Nord - sono "impraticabili" e il governo britannico non le potrà accettare "mai". Lo ha ribadito Theresa May a Belfast, sollecitando Bruxelles a farle "evolvere". La premier ha comunque promesso un "confine senza barriere", ma nel rispetto dell'integrità del mercato britannico e dei legami fra Irlanda del Nord e resto del Regno Unito.
"Siamo aperti a qualunque soluzione purché siano praticabili ed in tempo utile per il recesso. Siamo pronti ad accettare anche un 'no deal' e ci prepariamo a qualunque livello". Così il capo negoziatore Ue sulla Brexit Michel Barnier. "Non abbiamo bisogno di più tempo, ma di decisioni e chiarezza, dobbiamo dare certezze giuridiche". "Tutti i membri del Consiglio affari generali hanno insistito sul fatto che abbiamo l'obbligo di trovare soluzioni operative sull'Irlanda. Non vogliamo una frontiera dura. Invito tutti a sdrammatizzare il problema dei controlli sul backstop", ha aggiunto il capo negoziatore Ue. "Ci sarà un accordo se ci sarà un backstop, non necessariamente il backstop proposto dalla Commissione su cui possiamo lavorare e migliorare, ma serve ora un accordo operativo".
"Il tempo stringe, vola, è tiranno, ma io penso che quello che ci rimane è sufficiente per trovare un accordo", ha dichiarato Barnier. "Io lavoro facendo affidamento sulla scorta delle decisioni del Consiglio europeo che sono molto precise e non negozio sul Libro Bianco - ha aggiunto -. Quello che intendo fare è cercare con i britannici i terreni di intesa comuni. In autunno saremo pronti per fare un punto, ho fiducia in Tusk che organizza i lavori", facendo riferimento ad "ottobre-novembre per trovare un accordo per iniziare il processo di ratifica in tempo".