STRASBURGO - Si riaccende il dibattito in aula a Strasburgo sul caso dell'eurodeputato polacco Korwin-Mikke sanzionato dall'ufficio di presidenza del Parlamento europeo per aver rilasciato dichiarazioni scioccanti sulle donne sostenendo che fosse giusto che guadagnino meno degli uomini. Successivamente il tribunale dell'Unione europea aveva annullato le decisioni dell'ufficio di presidenza.
Il deputato polacco Ryszard Legutko ha parlato di "una prassi di censura" all'Eurocamera senza precisarne però in quali termini e ha invitato il Parlamento Ue ad "essere più recettivo a tutti i punti di vista", invece di "indicare la Polonia come l'alunno negativo".
Dichiarazioni alle quali ha replicato il presidente Antonio Tajani che ha precisato di avere "inflitto una sanzione all'onorevole Korwin-Mikke non perché era polacco", ma per le sue dichiarazioni offensive sulle donne. "Considero inaccettabile che un parlamentare in questa aula dica che una donna è un essere inferiore soltanto perché è nata donna. Non lo permetterò mai", ha aggiunto riscuotendo un applauso in Aula.
"Non mi interessa la corte di giustizia, non accetto la sentenza, la rispetto, ma non l'accetto, così come non accetto che nessuno dica che uno è un esser inferiore perché ebreo, cristiano, perché ha la pelle di un altro colore, o perché è polacco, tutti gli esseri umani sono uguali - ha concluso Tajani sottolineando che avrebbe avuto lo stesso atteggiamento con qualunque altro deputato di un altro Paese: "per me poteva essere italiano, francese..., avrei avuto lo stesso atteggiamento".
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