BRUXELLES - Dodici milioni di europei assumono colf e badanti in nero. E' quanto denuncia in un rapporto la Federazione europea dei servizi individuali (Efsi), pubblicato in occasione della giornata internazionale del lavoro domestico. Il documento mette in evidenza che "molto resta da fare - sottolinea la direttrice di Efsi Aurélie Decker - per assicurare adeguate condizioni di lavoro e accesso alla protezione sociale a tutti i lavoratori domestici in Europa".
Secondo lo studio, il settore dà lavoro nell'Unione a circa otto milioni di persone - con un 91% di incidenza di donne - circa il 4% del totale della forza lavoro. Parliamo di un milione e 200 mila, tra colf e badanti, in Italia, altrettanti in Spagna, un milione e 400 mila in Francia, un milione e 800 mila nel Regno Unito. Ma una parte molto consistente di questi lavoratori è in nero, anche se è difficile stabilire una percentuale precisa.
Per avere un dato solido occorre risalire al 2010 quando, secondo un'analisi del governo francese - citata dalla Federazione -, in Italia e in Spagna era in nero il 70% circa dei lavoratori domestici, contro il 50% del Regno Unito, il 45% della Germania, il 30% della Francia e del Belgio. Dati che non sembrano trovare giustificazione nella pressione fiscale. In Italia il cuneo fiscale in questo settore, secondo il rapporto, è del 42%. A superarci l'Ungheria (48%), ma anche la Germania (46%), la Francia (44%), il Belgio (49%) e l'Austria (45%).
"Il settore va riformato e sostenuto con investimenti pubblici", è l'appello della Federazione, anche perché "nei prossimi anni, con l'invecchiamento della popolazione, questo tipo di servizi", è la stima, "darà lavoro a 5 milioni di persone in più".
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