BRUXELLES - La Commissione Ue porta oggi davanti al Wto sia gli Usa che la Cina, i primi per i dazi su acciaio e alluminio e la seconda per la violazione delle regole sui diritti sulla proprietà intellettuale. Lo ha annunciato la commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem. "Questo dimostra che non scegliamo di stare dalla parte di nessuno, stiamo solo dalla parte delle regole del sistema commerciale multilaterale", ha avvertito. "Non siamo in una guerra commerciale ma in una situazione molto difficile causata dagli Usa", per cui "la situazione è molto preoccupante, potrebbe esserci un'escalation". Perché "gli Usa stanno giocando un gioco molto pericoloso". È il monito lanciato dalla commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem nel giorno dell'entrata in vigore dei dazi Usa sull'acciaio e l'alluminio. "È un ulteriore indebolimento delle relazioni transatlantiche", ha avvertito, "è chiaro che dopo questi dazi e il ritiro dagli accordi sull'Iran e di Parigi queste sono meno calorose di prima".
"Ci vorrà ancora un po' di tempo", una questione di settimane, prima che arrivi il via libera finale da parte dei 28 alle contromisure Ue ai dazi Usa, per fare gli ultimi adattamenti. In questo momento, in ogni caso, "non entriamo in nessun negoziato con gli Usa". Lo ha specificato la commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem. In base alle regole del Wto, hanno infatti precisato fonti della Commissione, per il momento l'Ue ha diritto a prendere azioni di controbilanciamento pari a un valore di 2,8 miliardi di euro, in attesa di poter all'incirca raddoppiare il valore a circa 6 miliardi pari ai potenziali danni che subirà dalle misure una volta che arriverà la sentenza del Wto sul caso aperto oggi dall'Ue contro i dazi illegali degli Usa.
"Non possiamo permettere a nessun Paese di forzare le nostre imprese a consegnare alla frontiera queste conoscenze duramente acquisite, questo è contro le regole internazionali concordate insieme da tutti al Wto", ha avvertito la Malmstroem in riferimento al procedimento legale aperto contro Pechino. Le imprese europee che si installano in Cina sono infatti obbligate a garantire la proprietà intellettuale o i suoi diritti di utilizzo - come brevetti e altre informazioni commerciali sensibili - a entità cinesi, e sono private della capacità di negoziare liberamente a condizioni di mercato gli accordi sui trasferimenti tecnologici.
Il caso avviato oggi da Bruxelles nei confronti della Cina al Wto, simile ma più esteso rispetto a quello già aperto dagli Usa, riguarda clausole specifiche della legislazione cinese sull'import e l'export delle tecnologie e quelle sulle joint ventures tra società cinesi e non, dove le condizioni per queste ultime sono discriminatorie nei confronti di quelle non-cinesi. Se le consultazioni lanciate oggi al Wto non raggiungeranno un soluzione bilaterale soddisfacente entro 60 giorni, allora l'Ue potrà richiedere il giudizio di un panel ad hoc sulla questione. "Se i giocatori principali non rispettano le regole del gioco, l'intero sistema potrebbe collassare", ha avvertito Malmstroem.