Ecco la Ferrari che vince con una Hypercar capace di trionfare nella più prestigiosa gara di durata, la 24 Ore di Le Mans. E per scrivere un nuovo capitolo del suo mito non ha scelto una edizione qualsiasi, ma quella del centenario. Ad aggiungere ulteriore motivo di emozione - in un anno difficile per il Cavallino in Formula Uno - , lo storico successo è arrivato 50 anni dopo l’ultima presenza, mettendo fino all’egemonia Toyota, che sul Circuito Bugatti dominava da un lustro. Per il Cavallino Rampante è il decimo centro alla 24 Ore.
La Rossa 499P numero 51 - al cui volante si sono alternati per 342 giri gli italiani Alessandro Pier Guidi e Antonio Giovinazzi, oltre al britannico James Calado - ha tagliato per prima il traguardo dopo un’emozionante gara sul circuito francese, precedendo la Toyota N.8, prima lo scorso anno. A meno di due ore dal termine i due prototipi erano separati da meno di 30 secondi, quando il pilota della N.8, Ryo Hirakawa, in quel momento secondo, ha commesso un errore in frenata, finendo contro la barriera nella curva di Arnage.
La Toyota GR010-Hybrid è riuscita a ripartire, ma il pilota giapponese è dovuto rientrare ai box per cambiare il cofano, lasciando via libera alla vettura della Scuderia che ha così colto la vittoria che a Le Mans le mancava dal 1965. La Cadillac N.2 ha concluso con un ottimo terzo posto davanti alla sua vettura gemella, la N.3, quarta. L’altra Ferrari iscritta nella categoria regina delle Hypercar, la N.50 (al volante Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen), partita dalla pole position, ha subito un danno durante la notte ed ha chiuso quinta. La Toyota N.7, vittoriosa nel 2021, si è ritirata, vittima di un tamponamento poco dopo la mezzanotte.
Questa edizione è stata impreziosita dal ritorno nella classe regina non solo di Ferrari, ma anche di Porsche, Cadillac e Peugeot, che hanno dato vita ad una gara avvincente, con colpi di scena dettati anche dalle condizioni meteo, tanti cambi di leader e sorpassi spericolati. Era il quarto appuntamento del FIA WEC 2023. Con il risultato ottenuto nel fine settimana la Ferrari rimane seconda in classifica costruttori, accorciando la distanza da Toyota, ora di 19 punti.
La storia Ferrari a Le Mans era iniziata nel 1949, quando la corsa riprese dopo la seconda guerra mondiale. Spronato da Luigi Chinetti, già vincitore su Alfa Romeo nel 1932 e nel 1934, Enzo Ferrari accettò di schierare le sue vetture. Fu un successo: con Chinetti alla guida per la maggior parte del tempo, la 166 MM vinse. Il marchio del cavallino rampante ripeté l’impresa nel 1954 e nel 1958, prima di iniziare una serie di sei vittorie consecutive dal 1960 al 1965, in quella che allora era la categoria «Prototipi».
In seguito la Scuderia dovette affrontare la concorrenza di Ford (immortalata da Hollywood nel film «Le Mans 66» del 2019), Porsche e Matra, che vinse l’ultimo duello nel 1973 con Jacky Ickx, primo sei volte tra il 1969 e l’1982 per Ford, Mirage e Porsche, ma mai per la Ferrari. Il cavallino all’epoca correva in F1 oltre che nell’endurance. I motori utilizzati nelle due discipline erano più o meno gli stessi ma «sgonfiati» per le gare endurance. Dopo il flop del 1973, la Scuderia aveva deciso di dedicarsi esclusivamente alla Formula 1.
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