Quando la F1 andava in scena da posti lontani, dai nomi esotici che lasciavano presagire imprese epiche, Gianfranco Palazzoli era la voce calma e precisa che affiancava quella di Mario Poltronieri e Gianfranco Zermiani. La generazione che negli anni Ottanta e Novanta ha seguito i gran premi si è innamorata di questo sport, e lo ha compreso, grazie a questo ex pilota e tecnico milanese che ha detto addio oggi a 89 anni.
Palazzoli, come tanti, si era avvicinato al motorsport con il sogno di fare il pilota. Le prime esperienze con le due ruote, poi negli anni Sessanta il più fortunato passaggio sulla auto.
Ma la sua storia sportiva resterà legata al ruolo rivestito al muretto di team mitici, seppure molto spesso di seconda fila. Erano gli anni in cui ingegneri visionari e ricchi sognatori si mettevano insieme per dare vita a team all'apparenza senza orizzonte e poi finiti invece negli almanacchi per le imprese epiche. Palazzoli è stato direttore sportivo del team Merzario e ha lavorato poi con Osella, Alfa Romeo, Toleman (la squadra con cui ha debuttato Senna nel 1984) e Benetton. E ha anche diretto il team Fondmetal con Gabriele Rumi al timone.
Una vita passata ai box. E questa esperienza enorme l'aveva poi trasferita nelle telecronache. Poltronieri lo volle accanto a sé, e spessissimo con Clay Regazzoni, per commentare i gran premi. Era sua la voce che spiegava cosa accadeva dal punto di vista tecnico. Mai urlando, sempre proiettando il telespettatore all'interno del box come in un virtuale (per l'epoca) viaggio al muretto.
Tutto questo è finito oggi, per le complicazioni seguite a un intervento chirurgico al femore.
E' un altro pezzo della storia della F1 che va via portando con sé un modo di vivere.
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