Nella notte la festa e i brindisi per la vittoria, poi a tarda mattinata, appena rientrata in Italia (accolta a Fiumicino dal presidente del Coni Giovanni Malagò e dal segretario generale, Carlo Mornati) passerella per l’Italvolley più giovane di sempre e campione del mondo per la quarta volta, con il saluto delle più alte cariche dello Sato, a cominciare dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricevuto Fefè De Giorgi e i suoi ragazzi al Quirinale. Poi tutti a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio, Mario Draghi. Mattarella, si sa, è uno che ama lo sport e della pallavolo è un convinto tifoso. «Campioni del mondo! Complimenti più affettuosi, intensi e sentiti. E’ stata una serata non dimenticabile», le parole del Capo dello Stato. «La correttezza e il rispetto è stato sempre un tratto tipico della pallavolo e mi auguro che rimanga sempre così perchè è un esempio per tanti altri sport - ha aggiunto - Ieri è stata una giornata importante per lo sport italiano: a Monza c’è stata una grande partecipazione popolare attorno alla Formula 1, l’Italia del basket ha compiuto una impresa contro la Serbia, e il vostro successo è stato il coronamento della giornata». Ventiquattro anni l’età media della nuova Italia plasmata da De Giorgi, che ha incantato tutti non solo perchè vincente: «Vinciamo con il sorriso», ha detto capitan Giannelli, applaudito per questo nell’ordine da Mattarella, Draghi e Malagò.
Mattarella: «Io vi ho visto ieri sera, dalla prima all’ultima battuta»
«Io vi ho visto ieri sera, dalla prima all’ultima battuta - le parole di Mattarella rivolte all’Italvolley - e anche il primo set era nelle vostre mani, ma averlo consegnato ai polacchi è stato un gesto di cortesia per gli sportivissimi polacchi. Ieri è stata una giornata importante per il nostro sport. Vi sono delle cose che rimangono nella memoria. Quando è iniziato il torneo leggevo che eravate una squadra giovane che avrebbe usato la competizione per fare esperienza...E’ stata una magnifica dissimulazione». Mattarella ha poi ricevuto in dono il pallone autografato dagli azzurri che gli è stato consegnato dal capitano azzurro Simone Giannelli. «Caro Presidente stiamo realizzando ora cosa abbiamo fatto, ero piccolo e non mi ricordo l’altro Mondiale di 24 anni fa - ha detto l’azzurro - Sono molto contento di aver portato l’Italia fin qui, l’abbiamo fatto con il nostro stile, la gioia ed il sorriso. Siamo dei ragazzi speciali - ha aggiunto Giannelli - con la voglia di mettersi in gioco. Ieri ci sembrava di divertirci e non sembrava di giocare una finale del Mondiale». Vero artefice della vittoria irdata il ct Fefè De Giorgi che dopo i tre mondiali di fila vinti da giocatori ora ha messo in bacheca il quarto, il primo da allenatore. «Questi azzurri sono giovani talentuosi, sono un segno di speranza per il nostro Paese perchè generano valore».
L'incontro a Palazzo Chigi con Draghi
Dopo l’incontro al Quirinale gli azzurri sono spostati a Palazzo Chigi accolti dal premier Mario Draghi. «Lo spirito di squadra e l’unità di intenti pagano sempre, e non solo nello sport. Voi - ha detto il premier - siete l’esempio di cosa sono capaci i giovani italiani. La pallavolo azzurra, dopo la delusione delle Olimpiadi, ha fatto tesoro delle sconfitte e si è rinnovata, come solo le grandi tradizioni sanno fare». Draghi ha sottolineato che la vittoria del Mondiale di volley è «un gran bel segnale per l’Italia tutta. Un anno fa - ha detto il premier - eravate qui, con le vostre colleghe della nazionale femminile, per festeggiare un incredibile doppio titolo europeo. Oggi arrivate da Campioni del Mondo dopo un torneo entusiasmante. In finale avete battuto una squadra fortissima, che giocava in casa, sul campo che vi aveva già visto campioni d’Europa. Voglio complimentarmi con tutti voi, a nome del governo, ma anche a nome mio personale. Come diceva Giovanni Malagò, io sono molto vicino allo sport e quindi il fatto che ieri notte fossi lì è un segno di questa mia voglia, di questo mio desiderio». Naturalmente soddisfatto il presidente del Coni Giovanni Malagò: «Siamo una Nazionale in cima al mondo, con un’età media di 24 anni, mai nessuno come noi, solo l’Urss che non esiste più. Noi dello sport e chi ci guarda da fuori ne siamo molto orgogliosi», le parole del numero uno dello sport italiano.