Anche nel quarto giorno degli Europei di nuoto di Roma l’inno di Mameli suona almeno due volte. Ci hanno pensato gli staffettisti azzurri della 4x100 stile libero, e Giorgio Minisini, nel solo libero, a prendersi la scena per un’Italia che vola sempre più in alto nel medagliere con 25 podi di cui 10 ori. E il primo dei due di giornata è proprio del campione del sincro di Ladispoli, in grado di strappare la standing ovation di tutto il Pientrangeli grazie a una vittoria che arriva 48 ore dopo quella nel free tech. Gli avversari erano gli stessi, ma è il punteggio a cambiare e in meglio, avvicinando i novanta punti con 88.4667. E nonostante l’ennesimo successo, Minisini non si accontenta. “Non nascondo che l’obiettivo fosse superare i 90 punti e stiamo lavorando per questo - commenta l’azzurro - E’ un europeo esaltante quello che sta per finire, ma che può ancora regalare sorrisi alla squadra. Oggi è andato tutto per il meglio; mi sono sentito molto bene e la musica è stata coinvolgente per tutti. Faccio parte di una squadra fantastica, unita e che merita questi successi». Qualche ora più tardi, però, l’inno azzurro torna a risuonare in un Parco del Foro Italico quasi pieno anche alla vigilia di Ferragosto. Questa volta il merito è dei ragazzi della 4x100 stile libero, guidati da un Thomas Ceccon che qualche minuto prima aveva conquistato la finale di domani dei 50 dorso, ma senza aver comunque terminato le energie. Già, perché se c’è in vasca il campione di Schio, ormai il podio è assicurato. Insieme ad Alessandro Miressi, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo finiscono davanti l’Ungheria di Milak con il tempo di 3:10:50. “Sentire il boato del pubblico a ogni virata mi ha tolto parecchi decimi, è stato bellissimo» dice Frigo che ha chiuso la staffetta suggellando l’oro. «Una medaglia che si aggiunge alla mia collezione» aggiunge invece Ceccon, già a quota tre in questo Europeo. Tra Minisini e gli staffettisti, poi, altri due successi perché se Matteo Rivolta non riesce ad andare a medaglia nei 100 farfalla, a gioire poco dopo è Silvia Scalia nei 50 dorso. Un acuto che aspettava da tempo perché è la prima medaglia individuale della carriera in vasca lunga e che conferma l’ottimo stato di forma nuotando la seconda prestazione personale di sempre in 27“53, dietro solamente al record italiano di 27“39 siglato in semifinale, quando ha abbassato il 27“65 stampato ai Mondiali di Budapest. Per l’Italia si tratta della terza medaglia nella specialità (0-1-1), che mancava dal secondo posto di Arianna Barbieri a Debrecen 2012. «Sono alle stelle - dice l’azzurra non appena uscita dalla vasca - ero venuta a Roma per far bene e credo di essere andata anche oltre le mie aspettative. Una gioia incredibile». La stessa provata da Luca Pizzini per il bronzo conquistato di rimonta nei 200 rana. Proprio come a Glasgow 2018, ma con quattro anni in più e una preparazione accompagnata da alcuni infortuni. «Alla vigilia dell’europeo era già tanto pensare di arrivare in finale e invece sono ancora qua a dare emozioni» spiega Pizzini che a novembre diventerà padre e nel frattempo gli dedica già la medaglia.