Battere il fenomeno Alcaraz, vincere il primo titolo in carriera e dedicarlo a «mia nonna, perché con lei ho un rapporto speciale». A 20 anni Lorenzo Musetti da Carrara, dopo gli elogi sul gioco, i colpi, la tecnica, finalmente solleva il suo trofeo: lo fa sulla terra rossa di Amburgo (Atp 500) dopo uno show che è la cartolina del tennis del futuro. Già perché in campo in due non facevano gli anni di Roger Federer: una finale baby, la prima conquistata dal toscano contro Carlos Alcaraz che, già n.6 del ranking, primo favorito del torneo tedesco, considerato l’erede di Nadal, e comunque destinato al trono del tennis, non aveva mai perso nessuna delle sei finali finora disputate. E invece ha dovuto cedere in tre set (6-4, 6-7 (6/8) 6-4) all’azzurro classe 2002, che pure aveva cominciato il torneo annullando due match point al serbo Lajovic: poi però non si è più fermato e anche contro lo spagnolo si è preso d’autorità il primo set, e avrebbe potuto chiudere la sfida con il secondo. Ma lì si è visto annullare cinque point dal diciannovenne di Murcia, che pareggia i conti prendendosi al tie break la seconda frazione. La sfida si trascina al terzo set, Musetti cerca l’allungo e lo trova: il sesto match point non lo sbaglia e si prende partita, trofeo e il balzo in classifica da n.62 a n.31. «Questo titolo lo dedico a mia nonna, con lei ho un rapporto speciale. Questa vittoria è un bel test per un attacco di cuore...» ha detto un sorridente Musetti a fine match. Ai ringraziamenti di rito ("ho un grande team") citando il suo coach Simone Tartarini ("stavolta ti ho fatto piangere") Musetti ha unito l’elogio dell’avversario, con il quale c'era un solo precedente, favorevole allo spagnolo che si era imposto in tre set nelle semifinali del Trieste Challenger nel 2020: «Eravamo ragazzini - sorride Musetti proprio riferendosi a quella partita - non che adesso siamo tanto più vecchi. Stavolta salvato così tanti match point, sei un grande lavoratore e mi ispiro a te, i sacrifici che faccio sono ispirati al tuo lavoro. E’ stato un match davvero divertente». Il giovane Musetti si prende la scena (nel giorno in cui invece Matteo Berrettini perde la finale a Gstaad contro Ruud): tanto allenamento in campo, molta palestra, la musica datata che va da Battisti ai Rolling Stones, il millennial de tennis azzurro ora mette il suo nome nella lista dei big italiani. Ad Amburgo scrive la sua pagina personale di storia: c'era da vincere il primo torneo ed è arrivato battendo Alcaraz, nella finale del terzo millennio.