Francesca Lollobrigida fa il bis di medaglie, un bronzo strappato con il «cuore» che lei subito imita con le mani mentre rifiata dopo aver tagliato il traguardo. Sfidando anche la superstizione visto che è la numero 17 nel medagliere dell’Italia ai Giochi invernali di Pechino 2022, un bottino inferiore solo alle 20 di Lillehammer.
«Non so se esiste un aggettivo per descrivere la mia esperienza qui. È stata unica, sorprendente, ma anche fortemente voluta e ricercata. Abbiamo lavorato molto, con la mia squadra, il mio staff, i miei compagni di squadra e la federazione che mi ha sostenuto molto. Due anni con la situazione Covid, non è stato facile», ha affermato la «Lollo», a fine gara ricordando che la medaglia appena conquistata è all’origine «del mio cambiamento».
Ai Giochi di Pyeongchang 2018 la pattinatrice romana mancò il podio tra l’altro nella «sua» specialità. «Dopo la delusione in Corea del Sud volevo lasciare lo sport ma poi ho deciso di pormi nuovi obiettivi, e qui li ho raggiunti», ha aggiunto euforica, spiegando ancora: «Questa medaglia ha un valore maggiore dell’argento (nei 3000 metri, ndr ) perché è la mia gara preferita. Il dolore della Corea mi ha dato la forza per andare avanti».
Soddisfatto il presidente del Coni Giovanni Malagò soprattutto per l’azzeccata previsione delle medaglie finora conquistate dalla spedizione azzurra. «Contro ogni scaramanzia 17 avevo detto e a 17 siamo arrivati! Grazie a una spettacolare Francesca Lollobrigida che con questo bronzo corona un’Olimpiade strepitosa e onora al meglio il suo ruolo di domani quale portabandiera dell’Italia alla cerimonia di chiusura».
Malagò si è complimentato con il presidente delle Federghiaccio Adrea Gios, impegnato in un braccio di ferro con l’altra stella del pattinaggio, ma dello short track, Arianna Fontana, con il tecnico Maurizio Marchetto e l’intero staff. «Per la Federghiaccio è l’ottava medaglia: un record da incorniciare!».
La romana parla anche di come ha saputo del ruolo di portabandiera alla cerimonia di chiusura. «Quando Malagò mi ha chiamata, mi ha chiesto: “Sei seduta?”. Ero già seduta su una sedia e ho iniziato a sudare freddo per l’onore. La terrò (la bandiera, ndr) non solo per me, ma soprattutto per il mio sport, per il pattinaggio di velocità, insieme all’Italia. Sono felice che abbiamo vinto delle medaglie e che questo ora sia riconosciuto».
Ma la «Lollo» è un fiume in piena, parlando anche della pro-zia Gina Lollobrigida. «Quattro anni fa avevo detto che in caso di medaglie l’avrei contattata. Speriamo di farlo adesso, non lo so». Mentre ha sfoderato tutto il suo orgoglio ricordando che gran parte delle medaglie italiane sono merito di atlete. «Noi donne siamo le è più belle, le più brave. Sono contenta per me e per le altre colleghe». Ora non ha più alcuna remora per «il quadricipite bello tonico» sui timori di possibili critiche: «Ne vado fiera» se questi sono i risultati. Ma prima di cenare («Ho fame, mangerei quattro piatti di pasta», ha confessato a Casa Italia del Coni), rispondendo a una domanda, ha detto di essere pronta anche a «dare consigli ai giocatori della Roma (di cui è tifosissima, ndr) perché non cadano e si mantengano in piedi». Insegnando i trucchi di una gara difficilissima come la mass start di oggi («Poteva finire meglio, ma anche peggio»), dove l’azzurra è stata preceduta dall’olandese Irene Schouten (oro) e dalla canadese Ivanie Blondin (argento). E, a 31 anni, avendo a fianco i sindaci di Milano e di Cortina, Beppe Sala e Gianpietro Ghedina, ha parlato dei Giochi del 2026. «Quattro anni sono tanti e non sono giovanissima. Ma proprio salendo qui, pensavo che a Pyeongchang ebbi una delusione e qui mi sono ripresa quello che dovevo avere. Adesso mi devo levare qualche altro sassolino». L’oro è l’ultimo metallo che le manca.
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