Lunedì 23 Dicembre 2024

Short track, Fontana nella storia: argento e undicesima medaglia olimpica

 
 
 
 
 
 

Arianna Fontana affonda un altro colpo di pattino e beffa allo sprint l’olandese Suzanne Schulting, arrendendosi solo alla sudcoreana Choi Minjeong: l’argento nei 1500 metri di short track è di un metallo speciale e prezioso perché le permette di diventare l’atleta italiana più medagliata di sempre alle Olimpiadi. Ben undici, un in più della fondista Stefania Belmondo.

Terza medaglia a Pechino

Solo a Pechino 2022, la campionessa valtellinese ne ha collezionate tre: oro sui 500 metri, argento nella staffetta mista e l’ultimo argento rovente, malgrado la pista congelata del vecchio Capital Indoor Stadium della capitale cinese, dove Usa e Cina giocarono le prime partite della diplomazia del pingpong nel 1971. Perché la pattinatrice dopo il taglio del traguardo è andata a bordo pista, come è solita fare, a ricevere l’abbraccio di suo marito Anthony Lobello, nonché l’allenatore. Poi, avvolta nella bandiera tricolore ha fatto il suo giro d’onore con l’olandese Schulting, superata per tre millesimi e con cui ha battagliato per l’intero programma dei Giochi.

La campionessa conferma le accuse

Successivamente, tuttavia, è tornata sulle accuse allo staff azzurro dello short track. «Gli attacchi degli uomini di cui ho parlato? Ho perdonato da tempo, ma non dimentico... Alla fine è solo uno degli uomini che mi ha attaccato sul ghiaccio ad aver continuato. Sì, è uno dei quattro di oggi», ha risposto incalzata sul j’accuse a uno dei componenti della staffetta di bronzo che poco prima aveva strappato il podio con la punta del pattino di Pietro Sighel, il trentino 22enne nuova promessa azzurra della specialità. «Altri quattro anni così non so se li reggo - ha aggiunta la campionessa 31enne con toni molto emotivi, preparatasi ai Giochi invernali fuori dal circuito federale, in aperta polemica -. Il presidente Gios dice che vuole che arrivi a Milano-Cortina, ma dentro i paletti Fisg: non è un buon inizio..», ha aggiunto. «Volevano imporre le loro regole, il loro sistema, sapevo che non poteva funzionare».

I complimenti di Malagò

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, si è detto convinto nei giorni scorsi che tra Fontana e Federghiaccio ci siano margini per definire una soluzione di compromesso, ma in attesa di lavorare al dossier ha manifestato tutta la sua euforia per l’impresa. «Arianna sei nella leggenda! Con questo meraviglioso argento sei diventata l’atleta azzurra più medagliata di tutti i tempi, lasciandoti alle spalle Stefania Belmondo. Ancora una volta hai dimostrato la tua classe immensa e sono orgoglioso di te», ha detto Malagò, ricordando che grazie a questa medaglia, a proposito dei 15 podi azzurri finora, «l’edizione di Pechino 2022 diventa la seconda Olimpiade invernale più prestigiosa di sempre per lo sport italiano», dopo Lillehammer ‘94, dove l’Italia ottenne 20 podi, e una in più delle 14 di Albertville 1992, considerata però un’edizione unica dello sport italiano, con una squadra piena di campioni come Alberto Tomba, Deborah Compagnoni e Maurilio De Zolt, il Grillo dello sci di fondo azzurro. Insomma, un’altra epoca che si apre con l’apporto della Fontana, emozionata fino alle lacrime, come la donna più vincente alle Olimpiadi con cinque edizioni, con due medaglie in meno della leggenda della scherma Edorardo Mangiarotti.

Le lacrime al termine della gara

Non ha nascosto emozioni e lacrime al termine della gara. «E’ successo davvero di tutto, anche in questa finale. E’ stata una gara combattuta e tirata, mi dicevo di stare tranquilla per mantenere più energie possibili. A quattro giri dalla fine mi sono detta vai, quel che arriva arriva». Pechino 2022 «è unica: ho combattuto per essere in ogni finale, devo tutto al programma e alla testardaggine mia e di Anthony. Non abbiamo mai mollato, ci siamo sempre sostenuti anche quando uno dei due voleva fermarsi: e siamo arrivati qui al 110%. Si, dopo PyeongChang e Sochi, questa è la mia Olimpiade migliore, da incorniciare». Il richiamo olimpico è ancora troppo forte: «Ho iniziato a Torino e finire ancora in Italia sarebbe il cerchio perfetto: ma altri quattro anni così non ce la posso fare, vediamo se ci sono le basi giuste per esserci come atleta. Il record è un orgoglio: ci sono tante donne che hanno fatto la storia dello sport italiano, essere lì con loro è un orgoglio». Lo stesso che - è la scommessa di molti - metterà ancora in campo guardano a Milano-Cortina.  

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