«Ahò, a Frà, mò che famo?». Cominciavano così le domeniche televisive con Giampiero Galeazzi, conosciuto come Bisteccone, che si presentava sul luogo della partita col suo cappellone a falde larghe e il suo buonumore, per affrontare pomeriggi spesso turbolenti. Studiavamo come strutturare i servizi e poi via, all’assalto dei campioni e di folle non sempre tranquille. Una volta, alla prima giornata di campionato, in agosto, per una partita della Roma, si presentò sotto il sole cocente con un impermeabile al braccio. «In campo arriva di tutto, vedi gli sputi sulle spalle?», disse mostrandoci l'indumento - E dire che so’ tifoso d’a Lazio, me becco gli sputi perché credono che tifi per la Roma...». Lui era il mago delle interviste, che erano il piatto forte dei servizi della «Domenica Sportiva», noi aggiungevamo il racconto della partita. Quando c'era da parlare con Maradona e con Falcao o Platini, lui partiva microfono in mano ed era fatta. Tutti si aprivano al suo eloquio confidenziale, ma pieno di sostanza. Era l’uomo per tutte le stagioni e di una grande celebrità perché aveva raccontato con voce roca ed emozionata la vittoria degli Abbagnale alle Olimpiadi di Seul nel 1988, come le imprese di Rossi e Bonomi a Sydney nel 2000. Era un atleta, Giampiero, che aveva gareggiato nel canottaggio: campione italiano nel 1967. Era un ragazzone sempre allegro, gioviale che si era laureato e aveva lavorato per un periodo alla Fiat, a Torino. Una volta si trovava in Islanda per Valur-Juventus e a Rejkjavik c'era l’incontro fra Gorbaciov e Reagan. «Me toccò occupamme pure de politica - raccontò nel corso di una lunga trasferta - che se sbagli 'na parola scoppia a guera...». Del resto, Giampiero piaceva in tutto: ha condotto trasmissioni sportive come «90° minuto», è stato a «Domenica in» con Mara Venier, al Festival di Sanremo con Pippo Baudo. Dove lo chiamavano, si imponeva subito con la sua personalità di cronista e showman. «Ai Mondiali del Messico, dove era proibitissimo mettere piede sul campo di gioco - ci ha raccontato l’operatore Sergio Calabrese - pronti via, in mondovisione apparve lui a centrocampo mentre intervistava Maradona». Lo avevamo rivisto qualche anno fa agli Europei del Portogallo. Era un po’ accasciato, ma sempre in grado di condurre trasmissioni con il suo indomabile spirito e la sua verve». Nila D’Alessio, coordinatrice dei programmi sportivi Rai, che ha lavorato per 35 anni fianco a fianco con Galeazzi, lo ha ricordato così: «Un bravo giornalista sa raccontarti un evento sportivo, un grande giornalista sa coinvolgerti ed emozionarti. Giampiero sapeva farti vivere lo sport come nessun altro. Nello spogliatoio con Maradona, sui bacini d’acqua con gli Abbagnale, siamo stati tutti lì, con lui, e quei momenti fanno parte della nostra storia. Grazie Giampiero». Galeazzi è stato per noi un collega leale e competente e ci dispiace averlo perso così. «Aho, Giampiè, mò che famo?».