Giovedì 14 Novembre 2024

Olimpiadi di Tokyo, ecco i 18 atleti siciliani che rappresenteranno l'Italia

Daniele Garozzo è nato ad Acireale
Enrico Garozzo, specialista della spada e argento a squadre a Rio, in formazione con il fratello Daniele
Marco Fichera - fiorettista Fonte Ansa
Giorgio Avola, veterano della scherma, è alla sua terza olimpiade
Rossella Fiamingo, prima medaglia olimpica individuale nella storia della spada femminile italiana
Osama Zoghlami, dalla scherma all’atletica, specialista nei 3000 Siepi
Ala Zoghlami, l’atleta ce l’ha fatta insieme al fratello Osama
Alice Mangione, velocista
Alessandro Mazzara
Vincenzo Nibali, il ciclista ha vinto due Giri, un Tour e una Vuelta
Damiano Caruso, ciclista
Miriam Sylla, la schiacciatrice nata a Palermo da genitori ivoriani è diventata una «stella» della pallavolo - Fonte Ansa
Samuele Burgo, canoista
Nino Pizzolato, pesista
Alberta Santuccio, impegnata nella spada a squadre alle Olimpiadi di Tokyo
Giuseppe Leonardi, schierato nella staffetta maschile
Luigi Busà, campione del kumite
Filippo Randazzo, salto in lungo

La pattuglia degli atleti siciliani alle Olimpiadi di Tokyo, che sono cominciate oggi, non si discosta numericamente da quella di Rio: 18 erano stati i convocati, cinque anni fa, per l’edizione brasiliana dei Giochi, altrettanti saranno i portacolori dell’isola in Giappone. Una formazione compatta e ambiziosa, tra prime firme, outsider e debuttanti in cerca di gloria. Catania fa la parte del leone con 7 rappresentanti (fra capoluogo e provincia), mentre tra le discipline svettano scherma (6 convocati) e atletica (5). In prima fila (e non potrebbe essere diversamente) c’è naturalmente il fiorettista Daniele Garozzo. Il campione olimpico di Rio 2016, cresciuto ad Acireale con il maestro Domenico Patti, vorrà riprovarci e ne ha tutte le possibilità: «La mia fame non è ancora finita», assicura. Con il «Principe» Daniele, salirà anche stavolta in pedana il fratello Enrico, specialista della spada e argento a squadre a Rio, nella formazione composta anche dall’altro etneo Marco Fichera, pronto anche lui a contribuire alle fortune azzurre. L’Italia punta molto sulla scherma siciliana, scuola ricca e fiorente, tradizionalmente sempre protagonista. Lo dimostra la presenza, in Giappone, di altri due veterani, Giorgio Avola e Rossella Fiamingo, entrambi alla terza Olimpiade. L’esperto fiorettista di Modica tenterà nella prova a squadre di ripetere l’exploit di Londra 2012 (oro), mentre la «Regina di spade», che nell’edizione brasiliana ha strappato un argento agrodolce (prima medaglia olimpica individuale nella storia della spada femminile italiana), non si pone limiti: «A Tokyo sogno due medaglie». Due volte campionessa del mondo (Kazan 2014 e Mosca 2015), Rossella Fiamingo se trova la giornata giusta può mettere in fila anche le rivali più accreditate: ha talento, esperienza e la giusta cattiveria in pedana. Sarà invece la prima volta a cinque cerchi per un’altra catanese, Alberta Santuccio, 26 anni, che sarà impegnata nella spada a squadre. Dalla scherma all’atletica. Ce l’hanno fatta i fratelli Ala e Osama Zoghlami, valdericini di origine tunisina, cresciuti a Palermo alla corte del Cus di Gaspare Polizzi, specialisti nei 3000 Siepi. Osama, bronzo individuale agli Europei under 23 di Tallinn 2015, è annunciato in ottima forma dopo l’exploit al Golden Gala di Firenze dove ha chiuso con uno straordinario 8’14”29, settimo italiano di sempre, mentre Ala ha firmato di recente un eccellente 8’17”65 a Rovereto. Sogna anche Filippo Randazzo, specializzato nel salto in lungo, argento agli Europei under 23 di Bydgoszcz 2017. L’atleta di San Cono (nato a Caltagirone e cresciuto sui campi di allenamento di Valguarnera) l’anno scorso ha raggiunto la misura di 8,12 e meno di due mesi fa si è ripetuto (8,11) nella tappa di Gateshead (Inghilterra) della Diamond League, battendo il campione del mondo giamaicano Tajay Gayle. Profumo di Sicilia anche nelle staffette: Alice Mangione, velocista di Niscemi trapiantata a Palermo, farà parte della 4x400 mista campione del mondo, mentre il catanese Giuseppe Leonardi sarà schierato nel quartetto maschile che troverà sulla sua strada Usa, Francia, Giamaica e Inghilterra. L’Olimpiade è un sogno che finalmente diventa realtà per l’avolese Luigi Busà, campione di assoluto valore mondiale nella specialità del kumite. Due volte oro mondiale (Tampere 2006 e Parigi 2012), oltre a tre argenti e un bronzo, Busà ha dovuto attendere che il suo karate venisse inserito nel programma dei Giochi per completare una carriera ricchissima di soddisfazioni. Tra le novità che presenta Tokyo c’è anche lo skateboard e qui a sorpresa ha conquistato il pass Alessandro Mazzara, trapanese cresciuto a Roma, che a 17 anni - è il più giovane del gruppo - si è affermato con prepotenza sulla scena internazionale, finendo primo alle Vert Final Pro Skate. A Tokyo sarà anche la prima volta per Samuele Burgo e Nino Pizzolato. Il canoista siracusano sarà sul K2 1000 metri con il veneto Luca Beccaro: «È una barca da medaglia», assicura il ct azzurro Oreste Perri. E al podio punta anche il pesista di Salaparuta (nato a Castelvetrano): due volte oro europeo nella categoria 81 kg (Batumi 2019 e Mosca 2021), Pizzolato è stato anche bronzo ai Mondiali di Anaheim 2017 ed è libero di sognare («Punto al podio, sarebbe il giusto premio a tutta la fatica fatta per arrivare in Giappone», assicura). Due fenomeni siciliani monteranno in sella sulle bici. Non per fare da spettatori, ma per puntare in alto. Vincenzo Nibali, lo «Squalo» che ha vinto due Giri, un Tour e una Vuelta, ha un conto aperto con i Giochi: lo scivolone a un passo dal sogno della medaglia d’oro a Rio de Janeiro nel 2016, nell’ultima discesa della prova olimpica in linea su strada, ha aperto una ferita che sanguina ancora e il messinese cercherà di ricucirla. Ma occhio anche a Damiano Caruso: la splendida performance del corridore ragusano al Giro d’Italia (secondo posto finale e la grande vittoria sull’Alpe Motta) ha dimostrato che l’ibleo è tutt’altro che un intruso. Stessa grinta e ambizioni ha Miriam Sylla, che ai Giochi ha debuttato a Rio 2016, quando aveva 21 anni. Adesso la schiacciatrice nata a Palermo da genitori ivoriani è diventata una «stella» della pallavolo (una Champions League e due scudetti con Conegliano) e della Nazionale, tanto che il ct Davide Mazzanti le ha assegnato la fascia di capitano. Un attestato di stima e una responsabilità in più.

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