Moda e politica vanno a braccetto al Gala del Met, tornato tra precauzioni anticovid per la prima volta dopo l’inizio della pandemia: Alexandria Ocasio-Cortez, la deputata del Bronx di origine portoricana, si è presentata alla festa con un abito candido di seta e tulle e la scritta sulla schiena in rosso sangue «Tasse ai ricchi». Deputati e senatori di New York sono sempre invitati al «party dell’anno» senza dover pagare i 35 mila dollari richiesti agli altri ospiti, ha messo le mani avanti Aoc, anticipando le polemiche che puntualmente sono arrivate sui media conservatori.
Quest’anno il tema era «American Independence» in omaggio alla mostra «In America: A Lexicon of Fashion», aperta al pubblico per un intero anno nelle sale del Costume Institute. La moda americana è un patchwork di emozioni è il tema, e gli invitati al gala - un terzo rispetto al solito per permettere il distanziamento sociale - dovevano interpretarne ciascuno un pezzo. Tanto rosso bianco e blu, dunque, e tanti messaggi di impegno sociale - l’ex calciatrice Megan Rapinoe con la borsetta «In gay we trust» per i diritti Lgbqt ad esempio - a volte spiegati dietro le quinte: Billie Eilish, una delle «madrine» della serata, ha abbandonato per una notte i look androgini trasformandosi in una Cenerentola al ballo/Marilyn Monroe con strascico monumentale solo a patto che la griffe Oscar de la Renta abbandonasse per sempre l’uso delle pellicce.
La serata e il red carpet (in realtà era beige) sono appartenuti alla Generation Z. Ad accogliere gli ospiti quattro vip «under 26": oltre alla Eilish, Amanda Gorman, Timothée Chalamet e Naomi Osaka. Poetessa dell’insediamento di Joe Biden, la Gorman si è trasformata in Lady Liberty blu cobalto firmata Vera Wang e in mano una pochette a forma di libro: «Give us your tired» come nell’epigrafe della vera statua all’ingresso del porto di New York. La Osaka, reduce dalla sconfitta agli US Open, ha reso omaggio alla sua doppia «heritage» giapponese e haitiana con l’aiuto di Louis Vuitton, mentre Chalamet ha interpretato il tema con una giacca corta di seta bianca alla Alexander Hamilton, pantaloni da jogging candidi e ai piedi le Converse che, poco prima del Gala, lo avevano portato alla Frick Madison per una performance Instagram con l’artista JR.
Tanti sport rappresentati e in particolare il tennis per cui la Wintour ha una passione e così c'erano Serena e Venus Williams, Maria Sharapova, la vincitrice degli ultimi Open Emma Raducanu e il finalista di Wimbledon Matteo Berrettini. Per la ginnasta Simone Biles gli stilisti della griffe Area avevano creato in oltre seimila ore di lavoro e con cento operai un abito da showgirl che, tra metri di tulle e cristalli Swarovski, pesava quasi quanto la ragazzina.
Non solo giovani però. La Wintour, da decenni inossidabile regina della moda, si è presentata in un de La Renta in omaggio all’amico scomparso dieci anni fa. Omaggi listati a lutto anche quello di Gabrielle Union all’attrice e modella Cecily Tyson, che ci ha lasciato lo scorso gennaio a 97 anni e di Jennifer Hudson a Elber Albez, lo stilista franco-israeliano morto di Covid all’inizio dell’anno. Mentre Kim Kardashian, riconoscibile solo per le sue curve, in «total black» Balenciaga che le copriva anche il volto, ha evocato lo spettro di una vedova nera dopo la separazione da Kanye West. Sfavillante e sexy come solo lei sa essere Jennifer Lopez, molto apprezzate anche Sharon Stone e Sienna Miller.
Se poi politica e impegno sociale si sono fatti largo nei saloni del Met non sono mancate le proteste in piazza: davanti al museo, prima che arrivassero le celebrità, si è radunato un gruppo di attivisti Blm: «Non c'è pace senza giustizia» era lo slogan. Sono seguiti gli arresti.
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