Giovedì 19 Dicembre 2024

Addio a Sean Connery, la Scozia piange "un patriota a 24 carati"

Sean Connery, “alfiere dell’indipendenza della Scozia per tutta la vita“
Sean Connery è morto il 31 ottobre 2020 all’età di 90 anni
Una figura che l’intera Scozia piange oggi come «uno dei suoi figli più amati»
Una scena da “Dalla Russia con amore
L’attore insieme a Honor Blackman
Interpretò Re Artù ne “Il primo cavaliere“
Sean Connery in Dr. No
Sempre pronto ad indossare il kilt
Sean Connery tiene tra le mani l’European Film Award vinto nel 2005
Sugli schermi fu James Bond, agente segreto 007 «al servizio di Sua Maestà» britannica

Sugli schermi fu James Bond, agente segreto 007 «al servizio di Sua Maestà» britannica. Ma nella vita Sean Connery è stato anche e soprattutto «un patriota scozzese» a 24 carati, pronto a indossare il kilt e a sventolare la bandiera con la croce di Sant'Andrea per rivendicare senza incertezze di sorta la secessione della sua terra dal Regno Unito di Elisabetta II: tanto fiero da sfoggiare sino in fondo le due iscrizioni da figlio del popolo fatte tatuare sulle braccia 16enne, al tempo dell’arruolamento nella Royal Navy: 'Mum and Dad' (Mamma e Papà) e 'Scotland Forever' (La Scozia per Sempre). Una figura che l’intera Scozia piange oggi come «uno dei suoi figli più amati», probabilmente il più conosciuto al mondo. E che viene commemorato con specialissima emozione dai leader del verbo secessionista della nazione all’estremo nord dell’isola britannica, oltre quello che fu il confine del vallo di Adriano. Nicola Sturgeon, capo del governo locale di Edimburgo e leader attuale dello Scottish National Party (Snp), anticipa Boris Johnson nel messaggio di condoglianze, rievocando le radici di Connery - mai tradite nemmeno nell’accento - «in una famiglia della working class» edimburghese: «Una leggenda globale, ma prima e davanti a tutto un orgoglioso patriota scozzese». Il richiamo è alla sua partecipazione sia alla battaglia per la devolution, vinta in ultimo a fine degli anni '90 e culminata nella presenza «torreggiante» dell’attore all’inaugurazione del primo Parlamento locale scozzese; sia a quella - ben più divisiva - per la separazione da Londra: prima e dopo il referendum perduto dagli indipendentisti, e di cui la stessa Sturgeon vorrebbe ora un bis in risposta alla Brexit. Sir Sean, pur decorato dalla regina oltre 20 anni fa col titolo di baronetto, «è stato un alfiere dell’indipendenza della Scozia per tutta la vita - nota la first minister dell’Snp - e coloro che fra noi ne condividono il credo gli riconoscono un debito di gratitudine». Parole cui fanno eco quelle del suo controverso predecessore e padre del referendum indipendentista, Alex Salmond, del quale Connery fu amico personale e a cui fu al fianco nel giorno memorabile dell’apertura dell’assemblea parlamentare di Holyrood datata 1999. «Sean - lo omaggia Salmond - è stato un grande attore e molto di più: un patriota devoto, un pensatore profondo, un essere umano eccezionale». «Io - prosegue - ho avuto il raro privilegio di esserne amico per oltre 30 anni e di godere di ogni singolo momento della sua vicinanza e della sua compagnia... Il suo senso dell’ironia e dell’umorismo resta leggendario, come il suo amore per il nostro Paese: Scotland Forever non era solo tatuato sul suo braccio, era impresso nella sua anima». Una rivendicazione politica più che legittima, e non solo per il ruolo che l’ex Bond volle recitare nel 1986 in 'Highlander', celebrazione dell’irriducibile quanto tragica battaglia secolare della Scozia per la propria «libertà» in cui l’attore assunse le vesti del maestro d’armi immortale dell’allievo Chris Lambert. Bensì per le innumerevoli testimonianze di adesione alla causa dell’indipendenza lasciate in eredità dalla viva voce di sir Sean. «Credo che mai come oggi - ebbe a dire in una delle sue ultime dichiarazioni sull'argomento - la Scozia sia a un passo dal poter raggiungere l’indipendenza e che essa debba essere una nazione uguale fra le altre nel mondo». Un obiettivo frutto della convinzione di poter garantire un vantaggio e un risarcimento alla terra dei suoi avi, anche a costo di qualche contestazione personale e a dispetto delle scelte di vita che lo avevano portato a trasferirsi dapprima a Marbella, in Spagna, e poi alle Bahamas. L’arcipelago dove è morto 90enne senza rinnegare di una virgola la certezza di un’appartenenza espressa a suo tempo così, quando gli fu chiesto se il rifiuto di affettare una dizione inglese posh della lingua di Shakespeare non lo avesse penalizzato nella carriera artistica: «Io non sono Inglese, non lo sono mai stato e non lo sarò mai. Io sono uno Scozzese, lo sono sempre stato e lo sarò sempre».

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