Divina, immortale, infinita. E’ caduta e risalita mille volte, ha scritto pagine indelebili nella storia dello sport, vincendo titoli e stabilendo record in compagnia di quell'araba fenice disegnata sul collo a ricordarle che dalle ceneri si rinasce sempre. I primi 30 anni di Federica Pellegrini sono uno show fatto di acqua, oro, gossip e tanti riflettori: perché la campionessa della vasca azzurra, nata a Mirano il 5 agosto 1988, è una di quelle che il segno ha saputo lasciarlo dentro e fuori le corsie. La piscina, amata e odiata (quella di Glasgow per gli Europei al via il 3 agosto farà da sfondo anche a questo compleanno importante e alla nuova vita da velocista) le ha regalato successi e emozioni inimmaginabili, ma l'ha anche gettata nel panico, fino al punto da diventarle indigesta. Arrivando a non sopportare quell'elemento che pure l'accompagna da quando è bambina. E che l’ha resa unica. A 30 anni super Fede di vite ne ha già vissute tante, non solo sportive: ma lei è così, capace di tutto, sorprendere, incantare, deludere sempre però da numero uno. Nata sotto il segno del Leone (l'animale che da sempre dice di rappresentarla al meglio tanto da aver fatto della sua collezione di peluche con il re della foresta uno dei suoi portafortuna), il regno di sua maestà Pellegrini dura da 14 anni: da Atene 2004, quando appena sedicenne l’allora teenager della vasca riportò il nuoto italiano al femminile sul podio olimpico in quei 200 stile che segneranno nel bene (tanto) e nel male (poco) la sua vita di atleta. E’ su questa distanza che la campionessa veneta si è presa le migliori soddisfazioni, e anche fermato il cronometro a 1'52"98 che resta ancora la barriera mondiale da battere. E i mondiali, più che le Olimpiadi, sono stati l’acqua che ha amato di più. A Montreal 2005, il suo secondo appuntamento iridato dopo quello da comprimaria di Barcellona 2003, l’azzurra era chiamata a confermare quanto visto un anno prima ai Giochi. E anche in Canada si conferma seconda, ma qui l’argento è pieno di rabbia e lacrime perché la ragazza prodigio voleva solo l'oro. Un’attrazione fatale quella per la medaglia più preziosa, che le sfugge anche a Melbourne 2007 quando dopo aver stabilito il record del mondo in semifinale chiude terza, perdendo il confronto con la rivale di allora, Laure Manaudou. Che sarà nemica anche fuori della piscina, causa Luca Marin passato dalle braccia della francese a quelle della veneta. Un anno dopo arriva lo show a cinque cerchi: a Pechino 2008 Federica si libera del peso di essere l’eterna seconda e vince l'oro battendo due volte il record del mondo, arrivato dopo la delusione del quinto posto sulla distanza doppia. Spettacolo puro poi ai mondiali in casa: a Roma 2009 la regina della piscina incanta tutti con una doppietta storica, confermandosi leader assoluta dei 200 stile, con record che ancora tiene, ma vince anche i 400. Il 2009 così intenso le avrebbe però riservato il colpo peggiore: la morte improvvisa e prematura di Alberto Castagnetti, quel tecnico-guru la cui presenza a bordovasca era un punto inamovibile per l’atleta e la giovane donna Pellegrini. Ma nonostante tutto a Shangai 2011, ancora mondiali, super Fede conferma la doppietta su 200 e 400 stile. Ai Giochi di Londra 2012 il punto più basso: un flop con il quinto posto sulle due distanze e una delusione così forte da farle pensare addirittura al ritiro. Crisi di panico, tensioni, disturbi alimentari: alla fine sceglie un anno sabbatico per rimettere insieme i cocci. A Barcellona 2013 però l’azzurra dimostra di non essersene mai andata e porta a casa un argento che vale oro. Bis anche a Kazan 2015, i mondiali che hanno visto alla ribalta la next gen della piscina (vedi Ledecky). Ancora lacrime di gioia, perché Fede è sempre lì nel mezzo, anche col nuovo che arriva. Ai Giochi di Rio 2016 invece un’altra delusione olimpica, e lì davvero la voglia di dire basta. "Bisogna cambiare vita" aveva detto, ma il richiamo dell’acqua è troppo forte e la favola continua. Si rimette sotto, senza sapere che il più bello dei suoi mari lo doveva ancora navigare. Il capolavoro arriva a 29 anni: dopo essersi presa anche il titolo iridato a Windsor nel 2016 in vasca corta (l'unico che le mancava) a Budapest 2017, il 26 luglio, l’infinita Pellegrini batte di nuovo tutte. E’ ancora lei la regina. «Ora sono in pace», dice a chiudere un cerchio in cui dentro ha infilato tanto. Vita, gioie, burrasche: tra cambi di città e tecnici, prima Stefano Morini a tamponare il grande vuoto lasciato dalla morte di Castagnetti, poi il colpo di testa, la fuga a Parigi per farsi seguire da Lucas. Infine l’ennesima scommessa in coppia con Matteo Giunta. Sfida vinta, perché è proprio il giovane coach a portarla in alto in questa seconda vita agonista, tanto da puntare dopo cinque titoli mondiali (10 podi totali), 2 medaglie olimpiche e 15 europee, a Tokyo 2020 per le quinte Olimpiadi. Fuori dalla piscina anche tanto gossip, prima l'amore con Marin, poi quello con Filippo Magnini. Con l’ex capitano azzurro dovevano sposarsi, sembrava, poi la rottura e l'annuncio recente di lui di nozze con la nuova fidanzata. Lei, l'infinita Fede, resta comunque a galla: cuffia o tacchi a spillo, nuota, sfila, presta volto alla pubblicità. Kikkafede o Mafaldina, i suoi nick social, è sempre la più amata. Orizzonti nuovi e sfide di un futuro scritto tante volte. Ora che la baby del nuoto è una donna senza fine.