Giovedì 26 Dicembre 2024

1° maggio, tra musica e diritti sul lavoro a Roma è stato il "concertone delle parolacce"

Concertone rock o concertone delle male parole? Difficile quest’anno stabilire quale sia la linea di confine. Mai come in questa edizione sul palco di San Giovanni a Roma hanno avuto spazio le parolacce. Ad aprire le danze ci hanno pensato i ragazzi de Lo Stato Sociale che subito, in apertura alle 15, appena partita la diretta di Rai3, hanno agitato le acque con il brano, rivisto e aggiornato, «Mi sono rotto il c....», che nel 2015 non passò la censura della Rai. Sono loro i cattivi ragazzi della manifestazione promossa dai sindacati. Tre anni fa scatenarono lo polemica per un bacio omosessuale in difesa dei diritti civili, l’anno scorso se la presero con Matteo Salvini e il ministro Poletti, quest’anno nel mirino della band bolognese sono finiti la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, Luca Cordero di Montezemolo, Giacinto della Cananea: «Mi sono rotto il c.... Prima dei vitalizi sarebbe giusto tagliare i vostri cognomi», grida alla piazza il frontman Lodo Guenzi, anche conduttore della lunga maratona con Ambra Angiolini, per poi dietro le quinte gettare acqua sul fuoco. «Non ci interessava la polemica, la nostra era solo una battuta sui cognomi. Non l’ho trovata particolarmente fuori luogo. La volgarità è una cosa diversa dalla scurrilità. La prima non necessariamente coincide con le parolacce e la seconda può anche esprimere dei concetti. Sono stati gli stessi autori a chiederci di aggiornare la canzone: si aprono spazi di libertà, e credo che sia molto più utile forzare i limiti in maniera intelligente per arrivare ad un altro livello». E così arriva l’attacco alle spese militari, alla formazione del nuovo governo, al lavoro senza diritti, al razzismo. Neanche a dirlo, c'è chi non ha gradito. «La presidente Casellati visita i lavoratori italiani in divisa all’estero, Rai e Cgil invece scelgono il turpiloquio #cercaladifferenza», scrive su Twitter il senatore forzista Maurizio Gasparri.  Ma Lo Stato Sociale non è solo nello sdoganamento del "turpiloquio». I rap, presenti in gran numero, danno loro una mano, come Gazzelle o come Sfera Ebbasta, che non si limita al vaffa ma mostra anche il dito medio. Persino la candida Francesca Michielin (tra le poche donne presenti sul palco) si fa trascinare nel gorgo e nell’incipit di Vulcano cita il film La 25/a ora con «Affanculo io? Vacci tu!». In migliaia (gli organizzatori hanno voluto evitare il balletto dei numeri sull'affluenza) hanno applaudito nel pomeriggio tra gli altri Frah Quintale e Gazzelle, prima di scatenarsi in serata con Gianna Nannini, Sfera Ebbasta, Max Gazzè, Ermal Meta, Le Vibrazioni.

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