TALLAHASSEE. "Sono quasi morta di parto": Serena Williams ha confidato alla Cnn che la sua salute e la sua stessa vita e' stata rischio nelle ore successive alla nascita della figlia Alexis Olympia lo scorso settembre in una clinica della Florida.
La star del tennis aveva subito un taglio cesareo e gia' aveva parlato in una intervista a Vogue delle complicazioni seguite alla nascita della bambina. Ma solo adesso la diva del tennis e' entrata nei dettagli di quanto pericolosa sua stata la sua avventura medica. Serena lo ha fatto con in mente una causa. Lei, una donna ricca e famosa, era ricoverata in un ottimo ospedale, con accesso a ottimi medici e ottime cure. Ma quante donne, e soprattutto quante donne di colore, non sono privilegiate come lei? La Williams ha raccontato che la gravidanza era andata come da copione. Fino al parto quando il battito cardiaco della futura mamma si e' abbassato sotto il livello di guardia richiedendo il ricorso bisturi. Poi sono subentrate complicazioni. Serena ha una storia clinica di trombi e in vista della nascita della bimba aveva smesso gli anticoagulanti. "Dopo il cesareo, il taglio si e' aperto per via della tosse insistente provocata da un embolo", ha scritto in un articolo per la Cnn: "Cosi' sono tornata sotto ferri e i medici hanno trovato un grande ematoma, un blocco di sangue coagulato, nel mio addome. Poi sono dovuta tornare di nuovo sotto ferri per una procedura che avrebbe impedito ai trombi di andare ai polmoni. Sono quasi morta dando la vita a Olympia". A lei pero' e'andata bene. La supertennista ha puntato i riflettori su un fenomeno: "Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, le donne nere negli Stati Uniti rischiano di morire di parto tre volte di piu' delle bianche. Ma non e' solo un problema degli Stati Uniti. Nel mondo migliaia di donne rischiano la vita per far nascere un bambino nei paesi piu' poveri. Quando hanno complicazioni come le mie, non ci sono farmaci o strutture sanitarie che le possono salvare". La Williams ha quindi invitato a donare a organizzazioni come l'Unicef che si impegnano a salvare le vite di mamme e bambini in tutto il mondo. "L'Unicef dice che l'80 per cento dei 2,6 milioni di bambini morti alla nascita muoiono per cause prevenibili. Ma c'e' una soluzione. Potete chiedere ai governi e al mondo del business di far di piu' per salvare queste vite preziose. Potete donare all'Unicef e ad altre organizzazioni nel mondo che lavorano per fare una differenza".
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