LOS ANGELES. E' opinione comune e diffusa che a Hollywood, dopo gli anta, inizi il declino di ogni attrice. Che le parti offerte siano meno belle, gli ingaggi meno pagati, che registi e produttori non siano più così entusiasti all’idea di averti sul set. Julia Roberts oggi compie 50 anni ed è la dimostrazione vivente che i luoghi comuni sono, appunto, luoghi comuni. «Il fatto è questo - ha detto l’attrice nel corso di un’intervista a CBS This Morning sul suo imminente compleanno - c'è solo un modo di non compiere 50 anni, quindi compirò 50 anni». Certo anche lei ammette di vedere il tempo che passa sul suo viso «ho gli specchi anche io ma non sono ossessionata dall’idea della bellezza a tutti i costi. Qualcuno ha detto che fino ai quaranta vesti la tua vita con il tuo viso, dopo inizi ad indossare la tua vita sul viso il che dovrebbe portarmi ad avere una faccia carina, perché sono felice della mia vita». Julia Fiona Roberts rimane dunque uno dei sorrisi più affascinanti di Hollywood, una delle donne più potenti dello showbiz e, probabilmente una delle prossime candidate all’Oscar. Sta per uscire infatti (il 17 novembre negli Usa, il 28 dicembre in Italia) Wonder, film ispirato all’omonimo bestseller che racconta la storia di August Pullman, un bambino (interpretato dal bravissimo Jacob Tremblay) i cui tratti somatici sono distorti da una rara malattia e che, in quinta elementare, per la prima volta affronta il mondo della scuola. Il film fa già parte della lista dei possibili candidati all’Oscar che Variety compila in anticipo. La carriera di Julia Roberts inizia alla fine degli anni Ottanta, con film come Mystic Pizza e Satisfaction, ma il successo internazionale, immediato e esplosivo, è arrivato nel 1990 quando ha recitato accanto a Richard Gere in una delle pietre miliari della commedia romantica hollywoodiana: Pretty Woman, che le ha aperto le porte di Hollywood e le ha regalato la sua prima candidatura all’Oscar. «Quando sentii il mio nome, il giorno dell’annuncio delle candidature, ricordo che mi dissi: 'Forse non sono un bluff, forse sono capace di recitare davvero'». Lo era. Circa un decennio più tardi, l’Oscar Julia lo ha portato a casa davvero, per Erin Brockvich, film ambientalista che l’ha avvicinata ai tempi della conservazione ambientale: «Io sono cresciuta nell’epoca del consumismo ma le cose ora devono cambiare, sto cercando di educare i miei figli al cambiamento, loro sono il futuro e per loro il futuro dovrà essere diverso dal presente». Del passato invece non ha nostalgia. «Non vorrei avere vent'anni, e soprattutto non vorrei avere vent'anni adesso. Sarebbe orribile. Quando ho iniziato non c'erano tutti questi giornali, e tv mirati al gossip. Sta diventando un mondo superficiale, caotico e per niente divertente». Sposata da 15 anni con il cameraman Daniel Moder, i due hanno tre figli. I gemelli Phinnaeus e Hazel di 12 anni e Henry, ultimo arrivato, di 9 anni. «E' più appagante fare la mamma, più facile fare l'attrice. Ora sono una mamma quasi a tempo pieno, mi piace, ma è molto più difficile che recitare, la giornata è molto più lunga».