ROMA. Il racconto delle cene improbabili a base di surgelati (fra le 'vittime' Paolo Villaggio, che buttò ogni manicaretto dalla finestra), delle marachelle negli studi, come andare a 'sfruculiare' i colleghi mentre registravano (tra i più arrabbiati Ubaldo Lai), degli infiniti scherzi, hanno punteggiato la cerimonia laica, che ha mescolato emozione, lacrime e risate, in omaggio a Gianni Boncompagni, oggi nella sede della Radio Rai di Via Asiago, dov'era stata allestita dalla mattina anche la camera ardente. A ricordare uno dei padri della radio e della tv italiana moderna, fra gli altri, la figlia Barbara, Renzo Arbore, Giancarlo Magalli, Ambra Angiolini, Irene Ghergo, Roberto D’Agostino, i nipoti Mattia e Brando.
Mentre l’amica di una vita e compagna per 10 anni, Raffaella Carrà, molto commossa, ha preferito non salire sul palco della sala B. «Il sodalizio artistico va bene, sono contenta dei complimenti che gli hanno fatto - aveva detto al suo arrivo la Raffa nazionale, circondata da decine di fotografi e telecamere -. Ma io ho potuto vivere con lui e godermi Gianni in casa sua con le sue tre figliole. Mi porterò dietro l’uomo. Gianni se n'è andato piano piano, ha avuto un coraggio da leone, è stato molto sereno. Abbiamo potuto ancora ridere e scherzare, abbracciarlo e dargli tanti bacini fino all’ultimo prima di lasciarlo andare». Poche parole terminate scoppiando a piangere.
La volontà di un omaggio all’insegna della leggerezza è stata chiara fin dall’allestimento della camera ardente: sul palco, davanti al feretro, c'era una versione del quadro 'Ritratto di giovane donnà del pittore fiammingo Rogier van der Weyden riveduta e corretta, con la faccia di Boncompagni. Accanto, e sopra la bara, tante corone di fiori, tra cui quella della sindaca di Roma Virginia Raggi, una di rose di 'Renzo per i ragazzi di Bandiera Giallà e un grande cuore di garofani rossi, con un banda gialla, su cui c'era solo una 'R'. Come sottofondo classici della musica rock e pop anni '60.
A rendere omaggio a Boncompagni un fiume di volti noti, tra i quali la presidente della Rai Monica Maggioni ("parlare di Boncompagni è come parlare della storia della Rai"), Marisa Laurito, Gigi Proietti, Enrica Bonaccorti, Alba Parietti, Claudia Gerini, Isabella Ferrari, Bruno Vespa, Nino Frassica, Dario Salvatori, Benedicta e Brigitta Boccoli, Roberto Zaccaria, Maurizio Ferrini, Bruno Vespa, i membri del cda Rai Arturo Diaconale, Franco Siddi, Rita Borioni e Carlo Freccero, Enrico Mentana, Walter Veltroni, Marco Travaglio, Barbara Palombelli, Fiordaliso, Marco Giusti, Antonella Mosetti, Laura Freddi, Michele Guardì, Luca Barbarossa, Michele Mirabella.
«Avevamo festeggiato papà a 80 anni con una serata in dress code da Vaticano e lui vestito da Papa. Oggi a quasi 85 anni lo ri-festeggiamo - ha detto Barbara Boncompagni -. E’ una giornata serena e d’armonia, papà sarebbe contento».
Per Arbore «è difficilissimo parlare di Gianni qui a Via Asiago, dove venivamo ogni giorno come se organizzassimo una festa, era la nostra casa» ha detto con la voce rotta dal pianto. Boncompagni per Arbore «è stato sempre avanti e anche stavolta è avanti a me». La radio, ha aggiunto, «è il regno della fantasia, e Gianni era un grande portavoce della fantasia. Lo saluto con affetto». Ambra, salita sul palco con Irene Ghergo, lo ha definito «un uomo che mi ha insegnato a leggere, a stare al mondo nel modo giusto». E ha aggiunto: «Ho lottato tanto nella mia carriera per togliermi quell'auricolare. Ora però me lo rimetto, sò cazzi senza». Mentre Per Irene Ghergo, coautrice per tanti anni di Boncompagni, «il ventennio insieme è stato straordinario. Non c'è stato amico, amore, amante che mi abbia dato quello che mi ha dato Gianni».
Roberto D’Agostino è stato di Boncompagni «un fan, un groupie. La mia vita è cambiata quando sono entrato nell’oratorio laico di Bandiera Gialla». Per Magalli, che ha conosciuto Boncompagni nel '59, «Gianni non solo ha fatto una bella tv ma ha contribuito a migliorare quella degli altri».
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