NEW YORK. Dopo John Glenn lo scorso dicembre, Eugene Cernan: l'ultimo uomo sulla Luna è morto a 82 anni.
La ha annunciato la Nasa su Twitter.
Cernan aveva comandato tre missioni spaziali, l'ultima, quella dell'Apollo 17 nel 1972. Il suo volo sull'Apollo 10 nel maggio 1969, aveva aperto la strada a Neil Armstrong.
«Gli ho facilitato lo sbarco», usava dire scherzando: lo stesso anno, in luglio, l'Apollo 11 depositò sulla superficie del satellite l'amico e collega.
Cernan faceva parte dell'aristocrazia della Nasa: con Michael Collins e Buzz Aldrin faceva parte dell'Astronaut Group 3 selezionato nell'ottobre 1963 per i programmi Gemini e Apollo.
Oltre ad esser stato uno dei 12 a passeggiare sulla Luna, sei dei quali sono ancora in vita, fu anche nel 1966 il secondo americano a camminare nello spazio nella missione Gemini-9.
La passeggiata lunare fu il «momento più splendente della mia vita.
La sensazione è di voler immortalare il momento e portarlo a casa, ma non si può», disse una volta. Decenni dopo, si era fatto un punto di impegno a non restare l'ultimo ad aver camminato sulla luna. Ma i suoi sforzi, come si era già reso conto, erano caduti nel vuoto.
«Io e Neil non vedremo la prossima generazione di americani che cammineranno sulla Luna. Che qualcuno ci aiuti se non sono americani» aveva detto nel 2011.
Nel 1972 le sue parole nel lasciare la superficie della Luna non rimasero impresse come quelle di Armstrong ma furono altrettanto poetiche:
«La sfida di oggi per l'America ha forgiato il destino dell'uomo di domani. Lasciamo la Luna come siamo venuti e come se Dio vuole torneremo, con pace e speranza per tutta l'umanità».
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