ROMA. Google lancia il guanto di sfida ad Apple presentando i primi smartphone progettati dalla compagnia «dentro e fuori» e con il suo marchio. Si chiamano Pixel e non si presentano solo come il concorrente degli iPhone 7 sugli scaffali: indicano un cambio di mentalità della casa di Google, che da regina del software 'aperto" e libero - il sistema operativo Android è su centinaia di telefonini e tablet - va ad
abbracciare la filosofia di Apple, e cioè quella del controllo diretto di dispositivi e programmi per garantire all'utente la migliore esperienza possibile.
Presentati come «una nuova era» in un evento a San Francisco, i Pixel si differenziano dagli smartphone Nexus che Google ha proposto, senza troppo successo, dal 2010. Quelli erano creati via via da diversi costruttori, da LG a Huawei, mentre i nuovi smartphone, sebbene assemblati materialmente da Htc, sono frutto esclusivo dell'ingegno di Big G e portano il marchio Google.
Si tratta di due smartphone, Pixel e Pixel XL da 5 e 5,5 pollici, con una dotazione tecnologica di fascia alta (il prezzo parte da 649 dollari) e una batteria che promette fino a 7 ore di autonomia con 15 minuti di collegamento alla presa di corrente grazie alla ricarica rapida.
A fare la differenza è però il software, e in particolare l'Assistente Google integrato, che pesca dal motore di ricerca «di casa» e non solo per rispondere a domande e richieste dell'utente. Importante, in un'era di bulimia visiva, anche l'offerta di spazio illimitato
per archiviare tutte le foto e i video fatti dagli smartphone sui server di Google.
Ma il software a corredo della fotocamera è notevole ed è pensato per fare le migliori foto con il minimo sforzo. Non manca poi la realtà virtuale, con gli smartphone che si inseriscono nei nuovi visori DayDream View in microfibra, pensati per un indosso comodo.
L'assistente virtuale, e la comodità dei comandi vocali, non sono solo in tasca: si piazzano anche in casa, sotto forma di un cilindretto 'stiloso" e colorato da mettere in salotto. La novità si chiama Google Home ed è molto simile ad 'Echo" di Amazon: uno speaker che risponde a domande, anche in modalità "conversazione", e riproduce musica.
Al mattino basta salutarlo per sapere all'istante ciò che serve, dal meteo al traffico; suona le canzoni richieste, proietta foto sul televisore, accende la tv sul canale desiderato, controlla i dispositivi intelligenti della casa, dalle tapparelle alle luci.
Il tutto grazie a comandi vocali e all'affacciarsi di un'intelligenza artificiale che, nelle parole del Ceo di Google Sundar Pichai, nei prossimi dieci anni sarà il fattore chiave alla base di un'interazione sempre più naturale e intelligente tra l'uomo e la tecnologia. Possibilmente con marchio Google.
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