ROMA. Inedita Laura Pausini, nei panni di Wonder Woman sulla copertina di Vanity Fair.
La cantante racconta al settimanale le sue origini, la sua vita, la sua carriera.
Cresciuta in un paese di 4 mila abitanti, oggi la sua casa è praticamente il mondo. La Pausini può vantare 70 milioni di copie vendute, tour mondiali, stadi pieni, talent, quattro Grammy Award, decine di riconoscimenti e poi il premio più importante. Non a caso la chiamano... Wonder Woman tanto da posare vestita proprio come il personaggio di fantasia:
«Un modo di prendermi in giro - spiega - e di rispondere a tutti quelli che mi chiamano così e mi chiedono sorpresi: “Ma quanta roba fai?”. Io sono stupita del loro stupore, e mi pare sempre di essere un passo indietro a quel che potrei davvero fare».
E pensare che lei sognava di restare esattamente nel suo paese, ossia a Solarolo, vicino a Faenza.
«Io non avevo nessuna aspirazione di andarmene - confessa -. Volevo suonare, accompagnare mio padre nelle sue serate da piano bar, cantare le mie cinque canzoni e tornarmene a casa a dormire. A casa stavo benissimo. Una volta io e il mio babbo andammo a suonare in Germania, a Treviri, la città di Marx. C’era una festa della birra, dormimmo in albergo per una settimana. Soffrii per ogni singolo giorno che passammo lì».
La svolta arrivò a Sanremo, con la vittoria conquistata nella sezione Novità con l'intramontabile "La solitudine": «Adesso che succede? Mica mi toccherà andare a dormire negli hotel?”», chiese preoccupata.
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