MILANO. Il nome di un imperatore romano per un gigante preistorico di taglia 'extra small': si chiama Tito, il nuovo dinosauro italiano scoperto alle porte di Roma, sui Monti Prenestini.
Vissuto 112 milioni di anni fa, era un erbivoro quadrupede appartenente al gruppo dei titanosauri, gli animali più grandi mai vissuti sul Pianeta.
Nonostante questa parentela, Tito aveva sviluppato dimensioni ridotte per poter vivere su terre anche poco estese: ancora 'adolescente', era lungo quasi 6 metri e pesava poco più di 600 chili.
Primo sauropode rinvenuto in Italia, aveva un collo molto lungo e forse usava la coda come puntello per sollevarsi e brucare le chiome più alte degli alberi. 'Figlio' di migranti africani, ridisegna la geografia preistorica della nostra penisola, dimostrando che già 112 milioni di anni fa l'Italia era un ponte verso l'Europa.
A raccontare la sua storia sono tre fossili, una vertebra e due frammenti ossei del bacino, mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano dall'equipe di paleontologi guidata da Cristiano Dal Sasso, 'papà' del primo dinosauro italiano Ciro (Scipionyx samniticus).
I resti di Tito, descritti in un articolo sulla rivista Cretaceous Research, sono stati studiati per mesi e perfino replicati in 3D, anche grazie alla collaborazione del Politecnico di Milano. Le informazioni così ricavate hanno permesso di stimare le dimensioni reali dell'esemplare, il cui aspetto esteriore è stato ricostruito in base alle caratteristiche di altri sauropodi noti.
A suscitare l'interesse dei paleontologi sono state in particolare «le articolazioni della vertebra: sono uniche al mondo, così bizzarre - spiega Dal Sasso - che potremmo perfino trovarci di fronte ad una nuova specie di dinosauro».
Altre preziose informazioni emergono anche dai massi calcarei che hanno custodito per milioni di anni i resti di Tito.
«Il sedimento che inglobava le ossa è pieno di microfossili marini che non lasciano dubbi: la carcassa del dinosauro fu smembrata dalle onde, su una spiaggia che risale a 112 milioni di anni», dice il geologo Federico Famiani dell'Università di Camerino.
«In Europa si conoscono pochissimi titanosauri risalenti al Cretaceo inferiore - continua l'ingegnere e co-scopritore Gustavo Pierangelini - tanto che il nostro esemplare può essere considerato il più antico titanosauro dell'Europa meridionale».
Questo dato, e la somiglianza con il titanosauro africano Malawisaurus, fa pensare che gli antenati di Tito venissero proprio dall'Africa: per attraversare il mare di Tetide (antenato del Mediterraneo) e migrare in Europa, sarebbero passati su un 'ponte filtrante', composto da una catena di isole e penisole che emergevano sporadicamente, quando il livello del mare si abbassava, proprio dove oggi si trova l'Italia.
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