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In Sicilia "L'Ora del Rosario", Fiorello a Palermo tra selfie e scatti in giro per la città - Foto

Ecco gli scatti postati sulla sua pagina Facebook da Fiorello, appena arrivato in Sicilia per le tappe palermitane (dal 13 al 15 dicembre al teatro Politeama Garibaldi) del suo spettacolo

Un selfie davanti al teatro Politeama e poi scatti in Vucciria, in via Roma, via Maqueda, davanti alla chiesa di San Domenico e fino al teatro Massimo. Ecco gli scatti postati sulla sua pagina Facebook da Fiorello, appena arrivato in Sicilia per le tappe palermitane (dal 13 al 15 dicembre al teatro Politeama Garibaldi) del suo "L'Ora del Rosario".

Introdotto da un sottofondo di musica ecclesiale che precede l'apertura del sipario, 'L'Ora del Rosario'è lo spettacolo che segna il ritorno in teatro del mattatore. Parlando di sé, Fiorello balla e canta la sua vita da showmannella sigla autoironica che lancia oltre due ore ininterrotte dimonologhi, canzoni, gag, duetti d'eccezione e sorprese per il pubblico in platea, che diventa parte dello spettacolo e delle sue improvvisazioni. Con la leggerezza che lo contraddistingue, racconta vizi e virtù del nostro tempo e prende di mira, ad esempio, i social (di cui lui stesso è 'addicted') e l'abitudine di commemorare il caro estinto con frasi retoriche. Scherza anche sul suo testamento e sulla morte, esorcizzando con ironia il trapasso con una puntata molto speciale di 'Porta a Porta'.

Accompagnato sul palco dalla band capitanata dal maestro e tastierista Enrico Cremonesi e composta da Carmelo Isgrò al basso, Rino Di Pace alla batteria e Antonello Corraduzza alle chitarre, Fiorello gioca tra pop e swing con cover e mash-up di canzoni, inventando incontri musicali inediti come quello, esilarante, tra Orietta Berti e Vasco Rossi. Sfoderando le sue qualità canore e il talento innato per le imitazioni, delizia il pubblico con cenni inconfondibili di Zucchero, Ramazzotti, Venditti, Mengoni, Ferro, Negramaro... Ce n'è anche per l'amico di sempre Lorenzo Jovanotti e per la sua 'zeppola'. I Gemelli di Guidonia (Pacifico, Eduardo e Gino Acciarino) cantano a cappella i loro particolarissimi medley a tema. Poi una parentesi di tango porta in scena un bel pezzo inedito scritto e pensato da Cremonesi per Adriano Celentano e rimasto in un cassetto.

Lo showman veste i panni del prete, poi quelli del crooner, dell'uomo qualunque alle prese con dentista, moglie, figlia e una mamma anziana ma tecnologica. Si trasforma in Romeo innamorato (ma non troppo) della sua Giulietta (in una parentesi dedicata a 'Shakespeare era siciliano?' con introduzione di Roberto Giacobbo da 'Voyager') per poi riprendere i toni ecclesiali in un'altalena continua tra sacro (seppure a modo suo) e profano.

Autori dello show, insieme a Fiorello, sono Francesco Bozzi, Claudio Fois, Piero Guerrera, Pierluigi Montebelli e Federico Taddia. Ma autori, seppure inconsapevoli, di spunti comici sono anche le persone comuni incontrate per le strade e nei bar delle città che ospitano di volta in volta lo spettacolo. A loro è dedicato un breve film sui titoli di coda, da incorniciare.

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