"Il 12 giugno 2015, è stato il mio ultimo giorno come programmatore per una società di tecnologia Bay Area. Li ho dato quattro anni della mia vita, rendendo il loro sito web più veloce e facilitando i lavori compagni sviluppatori. Ho lasciato sapendo che non voglio ottenere un altro lavoro in tecnologia. Non voglio mai più un altro lavoro". Inizia così il post di un giovane programmatore di 28 anni che sul sito Vox spiega cosa lo ha portato a scegliere di licenziarsi e a rifiutare anche solo il pensiero di un futuro impiego.
Nel blog, condiviso più di 4000 volte, l'ex dipendente disegna la sua giornata di lavoro full time, mostrando con una metafora cosa significa riempire quasi interamente le giornate con il lavoro e non riuscire a fare ciò che ama, come i pic nic. Nel primo disegno, lunedì, martedì, mercoledì etc sono giorni assolati e "pieni di possibilità - scrive -. Posso fare un picnic dove voglio, vicino ai fiori, sotto l'ombra dell'albero. Solo il sonno separa un giorno dall'altro, ma è una piccola distanza e non è difficile, la mattina dopo, riprendere da dove ho lasciato".
Ma quando al disegno si aggiungono le ore da lavorare, ecco comparire improvvisamente fulmini e pioggia che dividono in due la giornata. Lo spazio per il pic nic si è ridotto. "Il picnic deve essere inserito in quello spazietto - scrive - e tutto il tempo non fai altro che guardare e pensare alla tempesta. Magari ogni tanto ci sono weekend senza lavoro, ma sono meno comuni del brutto tempo".
Ecco la conclusione di Eevee: "Ecco in cosa il lavoro si è trasformato per me: una costante, cupa interruzione". Nonostante la decisione di abbandonare il suo impiego, ribadisce l'amore per la programmazione e spiega che ha moltissime idee che gli circolano per la testa, per videogame e nuovi linguaggi. "Ho fatto del mio meglio per cercare un punto in comune tra questi due piani, ma alla fine la voglia di prendere uno stipendio ha avuto la meglio. Eppure, ad un certo punto, la tensione è diventata insostenibile e qualcosa o qualcuno andava sacrificato. Ho scelto di sacrificare il lavoro". "Il sogno dovrebbe essere quello di fare ciò che ami, non essere l'ingranaggio della macchina di qualcun altro. Spero che tutti, prima o poi, troveremo il modo di arrivare a questo".
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