Venerdì 22 Novembre 2024

Dalla partita di pallone a Gian Burrasca, i 70 anni di Rita Pavone: icona pop dell'era dei 45 giri - Foto

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

ROMA. Rita Pavone compie 70 anni (è nata a Torino il 23 agosto) e continua a essere una delle più forti icone pop dell'Italia degli anni '60, uno dei simboli dell'epoca d'oro del 45 giri, quando la sua Jaguar rosa diventò un giocattolo. Un personaggio inconsueto: alta poco più di un metro e 50, rossa di capelli (la chiamavano «pel di carota»), animata da un'energia incontenibile, negli anni '60 ha prodotto una serie di singoli che fanno parte della storia del costume del nostro Paese: «La partita di pallone», «Datemi un martello», «Il ballo del mattone», «Come te non c'è nessuno», «Cuore». Al culmine di questo successo, nel 1964 è stata la protagonista di uno degli sceneggiati più famosi e celebrati della nostra tv: «Il giornalino di Gian Burrasca», regia di Lina Wertmuller, musiche di Nino Rota orchestrate da Luis Enriquez Bacalov, suo storico arrangiatore, sigla «Viva la pappa col pomodoro», un mito nel mito. Non è un caso che si sia meritata una citazione nel saggio di Umberto Eco «Apocalittici e integrati». In quegli anni la sua carriera si arricchisce di altri classici come «Il geghegè» e «Fortissimo». Non potevano mancare i musicarelli, alcuni dei quali diretti da Rita Wertmuller o Steno che la vedono accanto a Giancarlo Giannini, Giulietta Masina, Terence Hill e in «Little Rita nel West» anche a Lucio Dalla. In quegli anni il suo successo è stato clamoroso (a oggi sono 50 milioni i dischi venduti in carriera): non solo ha pubblicato in tutta Europa, Inghilterra compresa, dove le sue canzoni sono state riprese da artisti famosi, ma è arrivata addirittura a farsi conoscere negli Stati Uniti dove per cinque volte si è esibita all'«Ed Sullivan Show», il padre di tutti i talk show, ha scalato la classifica di Billboard e ha partecipato a spettacoli dove il suo nome era accanto a quello di Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Beach Boys, Animals, Supremes e perfino Orson Welles. A Nashville ha inciso un disco prodotto da Chet Atkins e si è esibita alla Carnegie Hall presentata da Ed Sullivan. Nel 1972, con la versione di «La suggestione», scritta da Claudio Baglioni, è salita al secondo posto in Francia ma la sua popolarità era arrivata anche in Giappone e Sud America. Un percorso straordinario per un'artista italiana, accompagnato dalla costante attenzione dei media per il suo matrimonio con Teddy Reno, che è stato il suo pigmalione e l'uomo della sua vita, visto che i due sono ancora felicemente sposati dopo quasi 50 anni (il matrimonio risale al 1968). Eppure l'Italia di allora guardava con sospetto il fatto che tra i due ci fossero quasi vent'anni di differenza e che Teddy Reno avesse alle spalle un matrimonio civile e questo in qualche modo può aver condizionato la sua immagine di ragazzina dotata di una gran voce, bravissima ballerina e con una naturale attitudine tipo alunno dell'ultimo banco. Sicuramente sulla sua carriera, come su altri suoi colleghi legati alla stagione del 45 giri, hanno influito i profondi cambiamenti culturali e musicali avvenuti in Italia a partire dagli anni '70 con l'avvento dei cantautori e di un modo di concepire la musica più legato alle istanze del rock e aperto alla voglia di cambiamento che aveva contagiato le giovani generazioni di tutto il mondo. Fatto sta che la sua carriera non ha più toccato le vette di un tempo. Ci sono stati naturalmente molta televisione, le inevitabili rievocazioni tipo «I ragazzi irresistibili» con Maurizio Vandelli, Adriano Pappalardo e Little Tony, l'annunciato (e poi non rispettato) ritiro dalle scene, un interessante esperienza a teatro con «La dodicesima notte» di Shakespeare accanto a Franco Branciaroli, Renzo Montagnani, Pino Micol e due belle ospitate con suoi vecchi amici: Renato Zero, in occasione dei concerti tenuti a Roma per festeggiare i 60 anni dell'artista romano, e Gianni Morandi che l'ha chiamata in occasione del suo concerto evento, in diretta tv, all'Arena di Verona. Nel 2006, lei residente in Svizzera, si è candidata al Senato per le liste di Mirko Tremaglia senza essere eletta. La sua ultima tournèe, «Rita Is Back» è del 2014. Uno degli episodi più strani della sua vita così piena di esperienze è l'incontro con i Pink Floyd. Le dilettantesche e maccheroniche traduzioni italiane dell'epoca dei testi di «Meddle» (fino a «Dark Side Of The Moon» gli album della band non pubblicavano i testi) uscirono con il penultimo verso di «Saint Tropez», riportato a orecchio: «I Hear Your Soft Voice Calling To Me, Making a Date For Rita Pavone». Che peraltro, dopo aver letto questa versione alimentò la storia sostenendo che la band nel 1973 aveva assistito a un suo concerto e ne era rimasta talmente colpita da citarla nel brano. Meddle però è del 1971 e la frase corretta è «Making a Date For Later on The Phone», fissando un appuntamento più tardi al telefono, e non con Rita Pavone. Che certamente, festeggiando il suo compleanno, riderà di questa vicenda.

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