Lunedì 23 Dicembre 2024

Times Square invasa dalle "desnudas", task force contro le ragazze in topless e tanga - Foto

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
epa04889440 Semi-nude street performer named Angel (R) is being painted before she walks around Times Square in New York City, USA, 19 August 2015. The topless women call themselves ’Desnudas’, Spanish for naked. They pose for photos in exchange for tips. New York Mayor Bill de Blasio has announced that the city is preparing to address the issue. EPA/JASON SZENES
 
 
 
 
 
 
 

A mali estremi, estremi rimedi: nella sua crociata per riportare la decenza in una Times Square invasa ormai da donne seminude e da falsi supereroi il sindaco di New York Bill de Blasio ha proposto di riaprire al traffico l'isola pedonale più famosa del mondo.  Sono sei anni che la celebre piazza e le strade che ne consentono l'accesso sono chiuse al transito di auto e pullman. Quando nel 2009 ordinò di occupare Times Square con sdraio e tavoli da picnic, il predecessore di de Blasio, Michael Bloomberg, si guadagnò elogi internazionali per aver innovato in senso positivo uno dei più caotici snodi urbani del mondo occidentale.  Times Square da allora è il cuore della città: affollato come un autobus all'ora di punta di turisti, impiegati di Midtown, spettatori dei vicini teatri. Ma anche, da un  paio di anni, da gruppetti di artisti di strada, alcuni mascherati da personaggi dei fumetti, altre, le cosiddette «desnudas» in topless e tanga, spogliate al limite della decenza, nonostante il corpo dipinto. Ragazze e performer chiedono mance in cambio di una foto. Per non vedersi sfrattati, invocano il diritto alla libertà di espressione. Per Times Square è un pericoloso corteggiamento del suo passato più oscuro. Oggi qualcuno ricorda che prima della rivoluzione guidata da Rudy Giuliani a metà degli anni Novanta, la piazza «ombelico del mondo» era anche il centro del quartiere a luci rosse di New York: graffiti, «peep show», passeggiatrici in strada. Di qui l'iniziativa di de Blasio. Il sindaco ha creato una task force che valuterà idee per limitare attività giudicate illegali o nocive alla qualità della vita della zona. Il verdetto è atteso all'inizio di ottobre. «Ogni opzione viene con i pro e i contro», ha spiegato il sindaco in una conferenza stampa a Queens: «Le isole pedonali hanno avuto un impatto positivo, ma hanno anche creato una montagna di problemi. Stiamo studiando la possibilità di abolirle». Ancora più esplicito, in una intervista alla radio 1010 Wins, il capo della polizia Bill Bratton, che era Commissario anche ai tempi di Giuliani: «Preferirei affrontare il problema alla radice, riportare Times Square a com'era prima». Prese di posizione che hanno creato scalpore: «Non ci credo», ha commentato Paul Steely White, direttore di Transportation Alternatives, un gruppo che si batte per i diritti di ciclisti e pedoni: «Non vedo perchè si debba mettere a rischio l'incolumità di chi ha scelto di non usare la macchina». Fatto sta che, a differenza di Bloomberg, che ha ricavato a New York chilometri su chilometri di piste ciclabili e spazi pedonali, de Blasio è sempre stato ambivalente sulle isole.  «Sono un automobilista», aveva detto da candidato nel 2013 esprimendo la sua frustrazione per l'effetto che gli spazi pedonali avevano sul traffico.

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