WASHINGTON. Gli abiti neri? «Sono stufa, mi ricordano un villaggio sul Mediterraneo in cui tutti si vestono a lutto per 20 anni di fila»: sorprendente e diretto, è questo il commento in una nota scritta a mano dalla mitica icona di stile ed eleganza in America, la ex first lady Jacqueline Kennedy Onassis. Lo sguardo inedito sui gusti in termini di abiti, giacche, pantaloni e persino arredamento della vedova di John F Kennedy e di Aristotele Onassis, viene da una serie di cartoline, appunti e lettere firmate di pugno da Jackie O. Note spesso di ringraziamento, altre volte di 'istruzioni', per la maggior parte scritte negli anni '80 e '90 ai suoi stilisti ed arredatori favoriti. Un piccolo patrimonio sinora 'privatò che verrà messo all'asta il prossimo fine settimana a Palm Beach, in Florida.
I 30 lotti - che contengono anche fotografie per lo più in bianco e nero di Bob Davidoff, fotografo ufficiale dei Kennedy per decenni - verranno battuti alla Casa d'Aste 'Palm Beach Modern auctions' ad un prezzo iniziale di 800-1200 dollari l'uno. Nella nota scritta a mano a Bill Hamilton - allora direttore degli stilisti di Carolina Herrera - dove Jackie esprime la sua frustrazione per gli abiti neri, la ex first lady include un suo disegno di un abito con giacca ad un petto. In altre lettere, Jackie dà indicazioni precise sulle spalle imbottite di soprabiti come sulla lunghezza di pantaloni, sul taglio delle gonne. Nelle missive al suo decoratore di interni, Richard Keith Langham, si sofferma sulle tappezzerie delle sedie e così via. Jackie veniva alle prove dei suoi abiti con un panino in borsa per non perdere tempo a pranzo e concordare tutti i dettagli degli abiti, ha ricordato Hamilton: «Per farmi capire cosa voleva si metteva a disegnare lei stessa i modelli. Quando si preparava ad uscire, voleva apparire perfetta».
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