La regista Halilovic si è ispirata molto alla sua storiapersonale. Il film, infatti, racconta la storia di Gioia, unagiovane rom che mal si adatta alle regole della sua comunità: a18 anni non è ancora sposata e neppure intende farlo. Il suosogno, in realtà, è lavorare nel cinema, fare la regista. Ainterpretare Gioia è Claudia Ruza Djordjevic, sedicenne, anchelei rom. Bocci è Alessandro, un meccanico che diventa per laragazza una sorta di guida, di consigliere. Gioia vive con lasua famiglia in una casa popolare a Falchera, periferia storicadi Torino. Il padre Armando è autoritario, ma soprattuttoangosciato dall’avere una figlia diciottenne ancora zitella.Dall’età di 14 anni tutte le cugine di Gioia hanno formato unafamiglia, mentre lei continua a rifiutare pretendenti supretendenti e il padre non può credere che Gioia si comportiproprio come una gagè, termine che indica tutti i non rom. Ilcomportamento della ragazza - portare i pantaloni anzichè lagonna, non volere il matrimonio - desta continuo scandalo nellacomunità rom e mina la sua autorevolezza di padre.
Se la comunità tratta Gioia come una gagè, per gli italianiresta soltanto una zingara. La ragazza è nata a Torino, ma, perincomprensibili motivi burocratici, non può ottenere lacittadinanza. Gioia si ritrova ad essere doppiamente emarginatae nonostante l’ostinata ribellione, la sua vita appare senzaprospettive, nè sogni. L’unica sua confidente è Morena, unaragazzina che abita nel suo stesso quartiere. Figlia diitaliani, Morena gode di tutta la libertà dei gagè ed è lei aconvincere Gioia a partecipare ad un casting per il ruolo dicomparsa in uno spot pubblicitario. Inizialmente l’unico scopo èguadagnare un po’ di soldi, ma una volta sul set Gioia scopreche quel mondo può offrirle tutto ciò che cerca. Spinta daMorena, Gioia si rivolge ad Alessandro (Bocci), il meccanico delsuo quartiere che diventerà suo amico, confidente e mentore.
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