Domenica 28 Aprile 2024

Marco Bocci: in Squadra Antimafia ci metto l'anima

 
In questa quinta stagione Bocci torna nei panni delvicequestore Domenico Calcaterra che, anche se in trasferta aCatania, rimane il capo della Duomo. Ancora sofferente per lamorte della Mares e per la fuga di Rosy Abate (GiuliaMichelini), è sulle tracce dei rapitori di Leonardino, il figlioche Rosy ha avuto dal poliziotto infiltrato Ivan Di Meo.L’attore è appena stato alla mostra del Cinema di Venezia conValeria Solarino per presentare il corto in bianco e nero TheAudition. Il Leone d’Oro a Gianfranco Rosi? «Sonostracontento», commenta Bocci, che sulle dichiarazioni deldirettore della Mostra Alberto Barbera («sono stati visionatiil doppio dei film rispetto al passato, ma non sono di quellaqualità medio alta che porta il pubblico in sala») osserva:«Non vogliamo mollare, abbiamo creatività e voglia di farcela atutti i costi. Ma non abbiamo mezzi, quindi anche la qualità nerisente».
Rispetto al rischio di annoiare lo spettatore con una quinta,e una sesta serie, Bocci si dice assolutamente convinto che «ilrischio c’era, ma invece a sorpresa la quarta stagione è quasicome se fosse rinata e risorta. È stata la più seguita e quellache ha avuto più riscontri. Speriamo che quell’onda continui».La differenza a suo giudizio sta nella particolarità della serieprodotta dalla Taodue di Pietro Valsecchi: «In genere siragiona rispetto a una serialità tradizionale, che nonrappresenta al 100% Squadra Antimafia, che è come un film fattodi 10 film. Alla fine di ogni puntata non c’è nessuna chiusura,è una grande storia orizzontale, come nelle serie tv americane.In Italia siamo stati i primi. Quindi è difficile ragionare coni canoni di altre serialità».Al suo fianco, un cast affiatato. «Ci vogliamobene, ci conosciamo molto bene ma cerchiamo di non impigrirci.Quindi ci diamo tanti stimoli, cerchiamo continuamente dimigliorare noi e i legami tra i personaggi. Rimane sempre unlavoro molto attivo. Ci impegniamo tutti al massimo. Quando silavora per la Squadra, dormiamo tutti molto poco».
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