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Al Festival il palermitano Angelo Duro e le «vere» trasgressioni. Seconda serata minuto per minuto

1.37 Questa la prima classifica generale dei 28 artisti in gara al festival di Sanremo, dopo le prime due serate votate dalla sala stampa: Marco Mengoni, Colapesce Dimartino, Madame, Tananai, Elodie, Coma_cose, Lazza, Giorgia, Rosa Chemical, Ultimo, Leo Gassmann, Mara Sattei, Colla Zio, Paola e Chiara, Cugini di Campagna, Levante, Mr. Rain, Articolo 31, Gianluca Grignani, Ariete, Modà, gIANMARIA, Olly, LDA, Will, Anna Oxa, Shari, Sethu.

1.21 I siciliani Colapesce (di Solarino) e Dimartino (di Misilmeri) con Splash sono in testa alla classifica della sala stampa di questa sera tra le seconde 14 canzoni in gara. Seguono Madame, Tananai, Lazza e Giorgia, Rosa Chemical, Paola e Chiara, Levante, Articolo 31, Modà, LDA, Will, Shari e Sethu..

1.12 Amadeus invita a cambiare canale perché le cose che ascolteremo potrebbero non piacerci. Il monologo del comico Angelo Duro, palermitano, in effetti è, a tratti, fin troppo serio per il brutale realismo della sua disamina dei rapporti tra uomo e donna (il segreto per un matrimonio duraturo? Andare a prostitute ogni mese. Come stare 14 anni con la stessa persona? Tradendola in modo sistematico). Dopo le polemiche sulla presenza di Rosa Chemical, l’attore palermitano, debitore dello stile della stand up comedy americana come molti della sua generazione, ricorda che la vera trasgressione è ben altra: non avere nessun tatuaggio, bere solo acqua e non cambiare mai fidanzata. «Io trasgredisco, non ho tatuaggi e dico ca...te da sobrio perché sono astemio. E le sparo comunque». E resta in mutande per dimostrare che non ha tatuaggi.

1.01 Dopo Lda con Se poi domani, Furore di Paola e Chiara chiude la rassegna degli artisti in gara. Come per gli Articolo 31 anche questa è una reunion: le due sorelle non collaboravano da 10 anni. Veterane dell’Ariston, avevano già partecipato al Festival nel 1996, nel 1998 e nel 2005.

00.40 Fedez pubblica la foto del ministro Galeazzo Bignami travestito da gerarca nazista su twitter e ritwitta il cinguettio di Cinguetterai: «Ciao Codacons, guarda come mi diverto», il testo, accompagnato dalla sua foto durante l’esibizione sul palco dell’Ariston.

00.27 Dopo Tananai - che, arrivato ultimo alla scorsa edizione, ci riprova subito dando prova di ammirevole perseveranza - è il momento di Rosa Chemical. La mise e il portamento androgini del rapper piemontese sembrano fatti apposta per far litigare gli editorialisti su temi alla moda ma l’estetica emo - trucco e tatuaggi con ragnatele e pipistrelli - è ormai, a modo suo, vintage. Del resto il nome d’arte dell’artista è (anche) un tributo ai My Chemical Romance. «Se è un sogno non svegliatemi», dice dopo aver cantato Made In Italy, che dedica a chiunque «pensava di essere sbagliato e invece era solo diverso». Prima di proporre sul palco dell’Ariston la sua Made in Italy, Rosa Chemical, nel mirino di FdI che ha definito la sua presenza a Sanremo «uno spot al gender fluid», ringrazia Amadeus «per le parole spese su tutta la vicenda».

00.01 La siciliana Levante è visibilmente emozionata dopo aver concluso l’esecuzione di Vivo. Ringrazia tutti, trattiene a stento la commozione e dice che «è bello tornare dal vivo», dopo gli anni pandemici che avevano visto l’attività concertistica interrompersi del tutto dopo lungo tempo.

23.58 Dopo aver cantato Il bene nel male, Madame regala un santino ad Amadeus, un po' stupito. Resterà probabilmente il gesto più trasgressivo e controcorrente del festival.

23.54 Fedez strappa una vecchia foto del viceministro di FdI Galeazzo Bignami, travestito da gerarca nazista. «Se va a Sanremo Rosa Chemical - canta con riferimento all'attacco subito da una deputata - scoppia la lite, forse è meglio il viceministro vestito da Hitler?». Nel suo free style sulla Costa Crociere ormeggiata al largo di Sanremo si scaglia contro Bignami, viceministro alle Infrastrutture. «Un episodio grave, in quella foto non mi riconosco più», aveva detto Bignami dopo la sua nomina a viceministro, quando qualcuno aveva rispolverato quella vecchia immagine.

Nel testo un altro passaggio anti-governo: «"Purtroppo l’aborto è un diritto”, sì ma non l’ho detto io, l’ha detto un ministro. A volte anch’io sparo cazzate ai quattro venti, ma non lo faccio a spese dei contribuenti». Fedez sembra fare riferimento alle dichiarazioni del ministro delle Pari opportunità Eugenia Roccella. «Ciao Codacons, guardo come mi diverto», canta ancora e poi fa anche un riferimento alla sua malattia e alla morte di Gianluca Vialli: «Ho avuto il cancro e come un vero duro sono andato in tele e ho pianto, se penso a chi mi ha dato la forza guardo in alto il ricordo di Gianluca che porto su questo palco». Un passaggio anche sull'arresto di Matteo Messina Denaro: «Decido io quando venire, bro, me lo preparo come Matteo Messina Denaro». Finisce di cantare, il rapper, e precisa: «Il testo della canzone non è stato annunciato allo staff della Rai e voglio assumermi la piena responsabilità di questo».

IL TESTO COMPLETO DEL RAP DI FEDEZ

«Uno sciacallo, un avvoltoio e un egocentrico entrano in un bar e il barista chiede: Ciao Fedez che cosa ti preparo?. Ah, è il ritorno del coglione sulla traccia, ma quello a cui nessuno l'ha detto in faccia. Che non è un fake, e non fa i video con la scaccia, vieni a prenderti il perdono dalle mie braccia. Scendo dal catamarano con la carta in mano, Sono Napoleone con la sindrome del nano, decido io quando venire, bro, me lo preparo come Matteo Messina Denaro. Secondo a Sanremo con la vittoria dei Maneskin, free the nipples come Victoria dei Maneskin. Frate, non sei primo in niente se sei primo in Fimi, ché nella vita tutto ha un prezzo pure gli streaming. Se va a Sanremo Rosa Chemical scoppia la lite, forse è meglio il viceministro vestito da Hitler. Purtroppo l’aborto è un diritto sì, ma non l’ho detto io, l’ha detto un ministro. A volte anche io sparo cazzate ai quattro venti, ma non lo faccio a spese dei contribuenti, perché a pestarne di merde sono un esperto. Ciao Codacons, guardo come mi diverto. Vabbè sdrammatizziamo, ho avuto il cancro e come un vero duro sono andato in tele e ho pianto. Se penso a chi mi ha dato la forza guardo in alto il ricordo di Gianluca che porto su questo palco».

23.42 Il monologo di Ferragni era stato ritenuto troppo autoreferenziale. Invece, Fagnani - dice Amadeus - si era presentata spiegando di non voler parlare di se stessa ma di dar voce a chi non la ha. La giornalista racconta le testimonianze dei minorenni reclusi nel carcere minorile di Nisida, che ha conosciuto durante la sua attività professionale. Ragazzi che stanno «tutto il giorno su un materasso sporco in una cella da tre dove sono in cinque, cucinando nello stesso lavandino dove si lavano i denti, proprio sopra il water». Storie come lo straziante incontro di un detenuto con il padre, anch’esso in prigione, dopo tre anni. «La gente sappia che non siamo animali, non siamo killer per sempre», è il messaggio di uno di loro. «Hanno picchiato, rapinato, ucciso e alla domanda sul perché non hanno risposta», è la chiosa di Fagnani, «per la risposta bisogna andare al giorno prima, al mese prima, alla settimana prima, a una vita prima». Critica anche Nicola Gratteri nel suo monologo sul carcere minorile, riferendosi a lui come «un autorevole magistrato, al quale dobbiamo essere grati, per le inchieste importantissime che coordina» che «questa estate in un’occasione pubblica ha detto di essere contrario a uno schiaffo in caserma perché il detenuto non deve essere toccato nemmeno con un dito per tanti motivi, ma soprattutto perché non deve passare per vittima». Per la giornalista invece non è questo il motivo per cui non dovrebbe essere toccato. «Chi esce dal carcere deve uscire meglio di com'è entrato, per rispetto dell’articolo 27 della Costituzione. Uno spacciatore o un ladro che sia, una volta uscito, deve cambiare mestiere».

23.31 Shari titubante sulla scala dell’Ariston prima di cantare Egoista. «Forse per la gonna stretta» interviene Gianni Morandi sempre più a suo agio come padrone di casa.

23.18 Balla il pubblico, ballano gli orchestrali: tutti in piedi per i Black Eyed Peas che trasformano l’Ariston in una discoteca. Il gruppo hitmaker vincitore di 6 Grammy, con 35 milioni di album e 120 milioni di singoli venduti in quasi 30 anni di carriera, ha dato la scossa al festival con un medley dei loro successi Mamacita, Don't you worry, I gotta feeling. «L'Italia è bellissima e le persone sono magnifiche. Ringraziamo l’Italia per averci dato la possibilità di suonare la nostra musica e per averci voluto qui stasera». La band ha mandato anche un ringraziamento a «zio» Tony Renis prima di intonare il loro ultimo singolo, Simply the best.

23.02 «Voi avete aperto un concerto dei Rolling Stones ma io ho suonato prima dei Beatles»: così Peppino di Capri, 83 anni, ha salutato Damiano David, il 24enne frontman dei Maneskin, incontrato a cena in un hotel di Bordighera. Sia Peppino di Capri che i Maneskin saranno ospiti della terza serata del Festival di Sanremo domani. Lo scatto che li ritrae sorridenti insieme a tavola è destinato a diventare virale.

22.59 I siciliani Colapesce e Dimartino concludono la loro Splash gettandosi a terra. Preoccupata Francesca Fagnani: «Vi siete fatti male?».

22,45 In una piazza Colombo gremita, sul Suzuki Stage, salgono Francesco Renga, che festeggia i quarant'anni di carriera, e Nek. I due interpretano in duetto un loro successo ciascuno: prima Migliore, poi Fatti avanti amore.

22.34 «Per la libertà». Drusilla e Pegah Moshir Pour, attivista dei diritti umani in prima fila nelle proteste in Iran, lo ripetono più volte al termine del loro intervento, fianco a fianco, sul palco dell’Ariston a sostegno della lotta delle donne, dei dissidenti e di tutti coloro i quali si battono per sciogliersi dalle catene del regime. Pegah si scioglie i lunghi capelli lisci e neri e abbraccia Drusilla. Uno dei momenti più emozionanti del festival. La chioma liberata della giovane lucana di origini iraniane che si batte per i diritti umani nel Paese dove ha le radici. Le parole che evocano sono quelle di Baraye, l’inno della protesta in Iran firmato da Shervin Hajipour, che ha vinto di recente il Grammy. Le due donne ricordano i diritti calpestati, tra i quali baciarsi, tenersi per mano, esprimere il proprio orientamento sessuale, i profughi afghani senza futuro nel Paese, i prigionieri dissidenti, i bambini che vivono mangiando rifiuti.

22.24 L’Ariston in festa per il ritorno di Giorgia dopo 22 anni. Applausi ed entusiasmo per la cantante «la cui bellezza della voce merita aggettivi superlativi», dice Gianni Morandi, introducendola. Dopo Parole dette male ringrazia l’orchestra e i cantanti «per l’incredibile sostegno».

22.16 Sul palco è il turno di Lazza, preceduto dal successo del terzo album Sirio, doppio platino e album rimasto più tempo in cima alla classifica Fimi negli ultimi dieci anni. Per lui è la prima volta a Sanremo. Il cantante milanese esegue il brano Cenere con sicurezza e commenta laconico: «È andata bene».

22.02 J-Ax e Dj Jad, vestiti di bianco, si stringono in un lungo abbraccio dopo aver cantato Un bel viaggio. «Due amici, due fratelli tornati insieme. Ora non lasciatevi più. Rivedervi insieme pr noi cresciuti a Milano è bellissimo», commenta Amadeus, che li conosce dagli anni verdi.

21.40 Dopo aver assistito ieri al debutto di un presidente della Repubblica tra il pubblico dell’Ariston, anche oggi si fa la storia, promette Amadeus. Ed è così che fanno il loro ingresso due colonne della canzone italiana come Massimo Ranieri e Al Bano. Dopo Gianni Morandi, sceso da una scala intonando In ginocchio da te, i due colleghi salutano la platea cantando, rispettivamente, Vent'anni e Nel sole. Poi tutti e tre insieme sul palco, per la prima volta in assoluto, a snocciolare frammenti di alcuni classici amatissimi cantati a gran voce dal pubblico, da Andavo a cento all’ora a Felicità, passando per Se bruciasse la città, Mattino, Rose rosse e Scende la pioggia. Poi Ranieri conquista il centro del palco. Intona Perdere l’amore (brano vincitore del festival del 1988) seguito a squarciagola dei presenti e cede il posto a Morandi, che canta Uno su Mille. Infine, è il turno di Al Bano, con È la mia vita. Alla fine dell’esibizione, applauditissimi, i tre veterani si abbracciano, commossi fino alle lacrime. Standing ovation all’Ariston per l'esibizione di Gianni Morandi, Massimo Ranieri e Al Bano all’Ariston.

21.26 La giornalista Francesca Fagnani viene presentata da Amadeus come una «belva a Sanremo», dal nome del suo celebre programma televisivo (Belve). «Vengo in pace, stai sereno», gli risponde. Elegante nell’abito lungo Armani Privé, scollatura profonda e intarsi di perline, Fagnani si dice «emozionatissima», ma spiega di aver vinto l’ansia con un «bicchiere di frizzantino», seguendo il consiglio di un siciliano doc, l'augustano Fiorello («Ciuri, cintura nera di ansia, che mi ha detto di farmi mezzo bicchiere di frizzantino».). Quanto alla lezione di portamento impartitale da Drusilla Foer («Una donna che guarda i gradini di quella scalinata non è degna di percorrerla») Fagnani ammette di averla tradita e di aver, anzi, guardato ogni singolo gradino mentre scendeva. A lei tocca presentare Sethu, terzo artista in gara.

21.15 Gianni Morandi è un eterno ragazzo anche a 78 anni e continua a prendere in giro Amadeus per la sua poca sintonia con la contemporaneità. Morandi era diventato celebre per il suo seguitissimo profilo Facebook, da lui curato personalmente, ed era quasi diventato un simbolo di come sfuggire alla polarizzazione fomentata dall’algoritmo, con il suo stile comunicativo garbato e sereno. Quel boomer di Amadeus, invece, non aveva nemmeno un profilo Instagram fino a ieri, quando Chiara Ferragni, costringendolo a un selfie, fonte per lui di grande ansia, gli ha aperto un account a suo nome che in meno di 24 ore ha collezionato una gran quantità di follower. «Ti sei sboomerato», aveva detto ieri e lo ripete anche stasera Morandi, irridendo quel «vecchietto» di 18 anni più giovane ma meno al passo coi tempi.

21.09 «Ciao mamma Rita». Il cantante dei Modà, Francesco Kekko Silvestre, si congeda dall’Ariston con il più classico dei saluti dopo Lasciami, canzone che racconta della sua rinascita dopo la depressione.

21.00 Il ventitreenne Will, con Stupido, è il primo artista in gara nella seconda serata di Sanremo. Dopo aver eseguito la canzone, riceve un bouquet di fiori da Gianni Morandi. Ma non lo distrugge...

20.50 Gianni Morandi entra con la scopa sul palco dell’Ariston, la stessa ramazza che aveva usato ieri per pulire dopo la performancèedi Blanco. «Mi dà sicurezza tenerla con me, c'è ancora qualche petalo...». E poi intona Grazie dei fiori di Nilla Pizzi.

20.46 «Questo applauso è come se non si fosse interrotto mai da ieri sera: picchi di 16 milioni di spettatori, è un suono meraviglioso. Abbiamo vissuto un momento storico, siamo stati inondati da un affetto continuo, immenso, indescrivibile. Voglio condividere questo successo con tutta la nostra squadra, ogni donna e uomo di questa azienda che è la Rai, tecnici, maestranze, dirigenti, l’amministratore delegato, la presidente, i consiglieri di amministrazione ma anche chi corre con un cavo in mano o una chitarra da amplificare. Siamo orgogliosi di far parte della Rai, Sanremo è un grande orgoglio Rai». Nelle parole di Amadeus, la seconda serata del festival 2023, dopo il boom di ascolti dell’esordio, parte all’insegna del senso di appartenenza aziendale.

20.45 Comincia la seconda serata del festival di Sanremo 2023.

20.42 Dopo tante polemiche sul vaccino, con Madame si torna a parlare di musica. La cantante presenta oggi Il bene nel male, il brano con cui è in gara. «Parla di una prostituta che inizia a provare qualcosa di particolare per un cliente», spiega Madame nel Primafestival. La giovane artista ha appena preso il foglio rosa. E questo Sanremo «è il mio esame della pratica», scherza.

20.38 «Mi accontento dell’ultimo posto». È un Dj Jad scaramantico quello intervistato al Primafestival, al fianco di J-Ax per una reunion da molti attesa. La musica è un viaggio, non sempre confortevole. J-Ax, a una domanda sul viaggio peggiore della loro vita, menziona quelli sui treni regionali dei primi anni di carriera per promuovere una formazione che poi sarebbe diventata culto per gli adolescenti degli anni Novanta.

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