Mercoledì 18 Dicembre 2024

Il trionfo di Mahmood e Blanco in un podio che con Elisa e Morandi premia tre generazioni

L’abbraccio dopo l’ode di Sabrina Ferilli ad Amadeus
Sabrina Ferilli con il figlio di Amadeus
Marco Mengoni
La coreografia tributo a Raffaella Carrà
La banda della guardia di finanza ha suonato l’Inno di Mameli
Da Sangiovanni una sciarpa del Milan all’interista Amadeus
Dargen D’Amico con Amadeus
Mahmood e Blanco arrivano in bicicletta
La Rappresentante di Lista
Noemi
Gianni Morandi canta Apri tutte le porte
Elisa
Ana Mena
Giovanni Truppi
Emma
Irama
I finalisti in attesa del verdetto
 

Super favoriti della vigilia, Mahmood & Blanco vincono il 72/o Festival di Sanremo con Brividi, che è già al top della classifiche mondiale dello streaming e che di diritto rappresenterà l’Italia al prossimo Eurovision Song Contest a Torino. È la vittoria della generazione Z e delle scelte artistiche di Amadeus, che ha saputo intercettarne gusti e tendenze. Ma il podio è anche il suggello di un festival che va oltre le barriere tra le generazioni: al secondo posto si classifica Elisa, con O forse sei tu, e al terzo l'eterno ragazzo Gianni Morandi con Apri tutte le porte, scritto per lui da Lorenzo Jovanotti con cui ha regalato al pubblico una performance memorabile nella serata delle cover. A illuminare la serata finale è la leggerezza di Sabrina Ferilli, che sul palco è venuta senza monologhi, ma con la sua storia, e rivendica in nome di Calvino una scelta che «non è superficialità». L’altro momento intenso della serata è l’elogio della gentilezza di Marco Mengoni, che con Filippo Scotti legge la Costituzione, porta i versi di Franco Arminio, ricorda agli hater che «la tastiera può essere un’arma e va usata con cura». Ironia, modi diretti, eleganza sobria in voile cipria e poi nero, Ferilli scherza sulla resistenza di Amadeus («Con le tue maratone surclassi Mentana a sinistra», «la forza tua ce l’hanno in tre: Iva Zanicchi, Gianni Morandi e Mattarella»), poi si prende il suo spazio e premette: «Non ho monologhi stasera. Sono stati due anni molto duri, monologhi ce ne siamo fatti anche tanti, molti temi anche fra i più belli sono stati già toccati dalle mie bravissime colleghe». Tanti ce ne sarebbero, le famiglie, le donne che lavorano, gli uomini che hanno troppo potere, la bellezza interiore, le dipendenze amorose, il femminismo, la body positivity, l’inclusione, «ma io penso che per parlare di questi argomenti bisogna che lo faccia chi ci si sporca le mani, e da palcoscenici meno scintillanti di questo. Sono molto rispettosa delle competenze altrui. E invece sui social non c'è persona che non faccia un commento su qualsiasi cosa», riflette. «Ma perché la presenza mia deve per forza essere legata a un problema? Io sto qua per il mio lavoro, le mie scelte, la cosa migliore che mi poteva accompagnare su questo palco è la mia storia, credo che sia la cosa più bella che possa accompagnare le donne ovunque». «Ho scelto la strada della leggerezza», rivendica l’attrice citando Calvino: «In tempi così pesanti bisogna planare sulle cose con un cuore senza macigni, la leggerezza non è superficialità». Aperta dall’inno di Mameli, la serata scorre con l’esibizione di tutti i Big. Matteo Romano canta Virale, «è stata un’esperienza pazzesca, il sogno che si realizza», dice emozionato. Giusy Ferreri in nero e trasparenze canta Miele, Rkomi (Insuperabile), reduce dal successo di Taxi Driver, fa professione di umiltà («Sono un cantante atipico, magari non prendo tutte le note, ma ci metto il cuore») e poi gioca a fare il personal trainer di Amadeus. Iva Zanicchi si congeda dal festival riproponendo Voglio amarti, poi nel gioco delle generazioni lascia la scena ad Aka 7even con Perfetta così. Ovazione per Massimo Ranieri, che regala a Lettera di là dal mare il meglio della sua intensità di interprete e poi cede al Fantasanremo («Papalina! Me lo chiedono i miei nipoti»). Noemi canta Ti amo non lo so dire vestita di frammenti di specchio. Poi tocca a Fabrizio Moro (Sei tu) e a Dargen D’Amico, che prima di far scatenare l’Ariston con Dove si balla ringrazia amaramente «il governo italiano che tende a dimenticarsi delle piccole realtà musicali, così troviamo alternative». Elisa incanta con O forse sei tu, Irama convince con Ovunque sarai. Michele Bravi in cappa nera regala i suoi fiori alla zia Mara Venier in prima fila, «così faccio un sacco di punti al Fantasanremo». Ciao ciao della Rappresentante di Lista è un brano ipnotico, impossibile resistere: tutto l’Ariston ne accompagna il ritmo, il pubblico canta anche quando il pezzo è finito. Emma mette il cuore in Ogni volta è così e chiama l’applauso anche per Francesca Michelin («È stata lei la mia papalina»). «Ci avete regalato un sogno», è l’emozione di Hu, in coppia con Highsnob con Abbi cura di te. Sangiovanni (Farfalle) sottolinea: «È facile dire di ignorare i pregiudizi, ma non è facile farlo davvero. Bisogna dosare bene le parole perché sono importanti». Dopo la performance travolgente della serata cover in duetto con Jovanotti, Morandi viene acclamato dall’Ariston con Apri tutte le porte. Poi è Chimica con Ditonellapiaga e Rettore. Spazio anche a un omaggio a Lucio Dalla e a Raffaella Carrà, con un assaggio in anteprima del musical Ballo Ballo.

La classifica finale

1 Mahmood & Blanco - Brividi 2 Elisa - O forse sei tu 3 Gianni Morandi - Apri tutte le porte 4 Irama - Ovunque sarai 5 Sangiovanni - Farfalle 6 Emma - Ogni volta è così 7 La Rappresentante di Lista - Ciao ciao 8 Massimo Ranieri - Lettera di là dal mare 9 Dargen D’Amico - Dove si balla 10 Michele Bravi - Inverno dei fiori 11 Matteo Romano - Virale 12 Fabrizio Moro - Sei tu 13 Aka 7even - Perfetta così 14 Achille Lauro - Domenica 15 Noemi - Ti amo non lo so dire 16 Ditonellapiaga e Rettore - Chimica 17 Rkomi - Insuperabile 18 Iva Zanicchi - Voglio amarti 19 Giovanni Truppi - Tuo padre, mia madre, Lucia 20 Higsnob & Hu - Abbi cura di te 21 Yuman - Ora e qui 22 Le vibrazioni - Tantissimo 23 Giusy Ferreri - Miele 24 Ana Mena - Duecentomila ore 25 Tananai - Sesso occasionale  

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