Scende lentamente lungo la scala: "L'abito è molto pesante", dice Elodie, la fisicità statuaria esaltata dal vestito di strass rossi dal profondo spacco laterale. "Sono felicissima, molto orgogliosa di essere qui", aggiunge la cantante che dopo il successo di Andromeda, il brano presentato in gara l'anno scorso, è la co-conduttrice della seconda serata del festival.
"Sono qui perché ho abbattuto un muro, e tutte le volte che sono riuscita da abbattere un muro, sono successe cose belle nella mia vita".
Sbocciando dall'abito rosso a fiore, Elodie si commuove sul palco dell'Ariston raccontando la sua storia.
"Vengo da un quartiere popolare di Roma, una borgata crudele, onesta, straordinaria, dove le persone possono essere demoralizzate, arrabbiate, e io ero una di quelle, dove non arriva l'acqua calda, non si arriva a fine mese, non si riescono a pagare le bollette. Fin da bambina volevo fare questo mestiere, era il mio sogno, ma non mi sentivo all'altezza, non mi piaceva la mia voce, non ho finito il liceo, non ho preso la patente, non ho studiato canto. Ho sbagliato. Ma è difficile in certi contesti focalizzarsi su quello che vuoi essere da grande. A 20 anni avevo deciso che la musica era già finita per me, poi ho conosciuto il pianista jazz Mauro Tre", con lei sul palco e con cui ha eseguito 'Mai così' di Mina.
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