ROMA. Un cast di qualità con qualche sorpresa che, come è giusto che sia, tiene conto dei gusti del pubblico più largo senza cedimenti ai progetti che servono solo ad alimentare la cronaca gossippara e che porta sul palco un concentrato di vincitori visto raramente. E che ospiterà Elio e le Storie Tese che celebreranno all’Ariston, dove hanno lasciato tracce indelebili, il loro addio alle scene. E’ il Sanremo firmato Claudio Baglioni, un direttore artistico che ha un nome e una carriera da spendere e che non ha mai partecipato al festival in gara. Un commento a caldo, come sempre, senza aver ascoltato le canzoni, può essere fatto solo sui nomi, e dunque è destinato a essere parziale. Diverte vedere i Pooh in gara ma separati, Facchinetti e Fogli in coppia, Red Canzian da solo, mentre è senza dubbio una chicca, e una scelta coraggiosa, il duo Enzo Avitabile-Peppe Servillo, a rappresentare due anime della Napoli più bella, così come fa piacere ritrovare all’Ariston Luca Barbarossa e Ron, che ha un pezzo scritto da Lucio Dalla. Certamente sorprendente il ritorno all’Ariston dei Decibel, che avevano debuttato al festival nel 1980 con «Contessa». Difficile decifrare il trio formato da Ornella Vanoni, con Bungaro e Pacifico, in un omaggio a una delle più grandi, e imprevedibili, cantanti della musica italiana, mentre sarà curioso ascoltare cantare in italiano, Mario Biondi così come i Kolors, un’evidente apertura al pubblico più giovane e di "Amici". Nina Zilli (al quarto Sanremo in otto anni), Annalisa e Noemi (anche loro ormai delle veterane dell’Ariston) riempiono le caselle destinate ai ritorni e alle interpreti del pop di qualità e a proposito di ritorni, da segnalare quello delle Vibrazioni, che lanciano la reunion. Giovanni Caccamo e Renzo Rubino sono tra i giovani più interessanti emersi dal festival negli ultimi anni, Ermal Meta e Fabrizio Moro formano una coppia piuttosto promettente, da tenere presente tra i nomi che aspirano al podio, Max Gazzè una garanzia di qualità e intelligenza. Il prevedibile pressing sulla new wave della musica indie ha ricevuto evidentemente qualche no, ma ha portato Diodato, insieme a Roy Paci, e lo Stato Sociale, una delle band più interessanti in circolazione. Davvero vistosa l’assenza dell’hip hop, in controtendenza con l’andamento del mercato e i gusti del pubblico più giovane. Questi i titoli delle canzoni: - Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, Il segreto del Tempo - Nina Zilli, Senza appartenere - The Kolors, Frida - Diodato e Roy Paci, Adesso - Mario Biondi, Rivederti - Luca Barbarossa, Passame er sale - Lo Stato Sociale, Una vita in vacanza - Annalisa, Il mondo prima di te - Giovanni Caccamo, Eterno - Enzo Avitabile con Peppe Servillo, Il coraggio di ogni giorno - Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico, Imparare ad amarsi - Renzo Rubino, Custodire - Noemi, Non smettere mai di cercarmi - Ermal Meta e Fabrizio Moro, Non mi avete fatto niente - Le Vibrazioni, Così sbagliato - Ron, Almeno pensami - Max Gazzè, La leggenda di Cristalda e Pizzomunno - Decibel, Lettera dal Duca - Red Canzian, Ognuno ha il suo racconto - Elio e Le Storie Tese, Arriverdorci