«Faremo tutto quello che si può». Lo ha detto Sergio Mattarella a don Marco Yaroslav Semehen al termine della messa nella chiesa cattolica ucraina di Santa Sofia a Roma. Don Marco aveva ringraziato il Capo dello Stato per la sua presenza e per l’aiuto di tutto il popolo italiano al popolo ucraino. Una bimba ha regalato a Mattarella la bandiera ucraina che il Presidente ha voluto portare con sè, poi ha salutato i tanti volontari che stanno raccogliendo aiuti da inviare in Ucraina. «Grande presidente, grazie presidente per la visita» hanno affermato i volontari, mentre dai fedeli ucraini è giunto un applauso. Oggi, prima domenica di Quaresima, il rito orientale celebra con particolare solennità la messa che è denominata «dell’Ortodossìa»: si tratta della Divina Liturgia (denominazione della celebrazione eucaristica nel rito bizantino) in lingua ucraina, con la benedizione delle icone. Nelle domeniche di Quaresima viene utilizzata la Divina Liturgia cosiddetta «di San Basilio», in uso solo in alcune circostanze, al posto della abituale Liturgia «di San Giovanni Crisostomo». La Chiesa di Santa Sofia, chiesa nazionale a Roma degli ucraini, è divenuta in questi giorni centro di preghiera per il popolo ucraino ma anche centro di raccolta di aiuti che vengono inviati alla popolazione sotto assedio: in una sola settimana sono già partiti da via Boccea 12 camion di cibo e vestiti raccolti in un passaparola che è ha raggiunto migliaia di romani. Sia nella Chiesa di Santa Sofia, come pure presso la Cattedrale nel quartiere Monti, sono in corso in questi giorni iniziative di preghiera e di solidarietà a favore del popolo ucraino. Tra le iniziative di preghiera, domenica 28 febbraio Monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma, ha presieduto una celebrazione per la pace presso la chiesa di Via Boccea. Quanto alla solidarietà, presso la chiesa è stata avviata una raccolta di aiuti materiali (vestiti, viveri, coperte, medicinali) nonchè di offerte in denaro, con una significativa risposta da parte dei cittadini romani e dei connazionali residenti nella Capitale. La chiesa ed il suo comprensorio costituiscono il punto di raccolta e di stoccaggio degli aiuti, visibili anche all’esterno della chiesa e depositati anche nei locali parrocchiali. Al momento già 12 camion sono partiti per l’Ucraina con la collaborazione di diversi volontari. Lo scorso 3 marzo anche il Cardinale Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, si è recato presso la Basilica per recapitare materiale sanitario e generi di sussistenza.