Musumeci e Falcone solidali con i camionisti ma la protesta continua. Disagi in tutta Italia, un accoltellato
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, e l'assessore Falcone hanno incontrato al casello di San Gregorio dell’autostrada Catania-Messina gli autotrasportatori che da due giorni scioperano con un presidio permanente contro il caro carburanti. Falcone ha informato i presenti delle richieste avanzate ieri dal Governo regionale al Governo nazionale e che, al momento, non sono state accolte: ulteriore credito d'imposta per le accise, contributo autostrade del mare, 2 ore di deroga sulle ore di guida per gli autotrasportatori che viaggiano da o per la Sicilia. Il Governo nazionale continua a sottovalutare la gravità della situazione causata dal caro energia e non mostra alcun segno di apertura, scrivono Unatras e Aitras. Le associazioni continuano lo stato di agitazione lasciando i camion fermi nei piazzali che causerà, nel giro di 3 giorni, scaffali vuoti e stazioni di servizio senza carburante, oltre a migliaia di tonnellate di prodotti ortofrutticoli che rischiano di marcire. I presidi di protesta si sono triplicati in 3 giorni e non sono più controllabili dalle associazioni sindacali con il rischio, per chi non aderisce alla protesta, di subire sulle strade atti intimidatori e danneggiamenti agli automezzi. «Il governo della Regione Siciliana può adottare, e lo sta facendo, alcune iniziative che solo parzialmente posso costituire un ristoro per questa categoria essenziale per la mobilità delle merci, ma eppure tenuta fuori da ogni agenda politica di ogni governo», ha detto il governatore Nello Musumeci. “Noi abbiamo previsto uno stanziamento di 10 milioni di euro a sostegno della categoria - ha aggiunto Musumeci - abbiamo previsto un intervento sul credito di imposta per l’attraversamento dello Stretto e di chiedere al Governo nazionale di riconoscere non dieci, ma dodici ore di diritto alla guida, perché per circa due ore l’autista non è alla guida mentre attraverso lo Stretto, e questa è un’esigenza sulla quale non possiamo retrocedere di un centimetro. E c’è l’esigenza di capire, presto - ha sottolineato il presidente della Regione Siciliana - cosa vuol fare il governo nazionale. Le richieste degli autotrasportatori in Sicilia sono leggermente diverse rispetto alle altre, pur legittime, regioni meridionali perché la nostra insularità comporta un ulteriore danno, oltre a quello già esistente. Essere isola alla Sicilia - ha ricordato Musumeci - costa alla nostra economia 6,5 miliardi di euro l’anno. Tutto questo non può non essere tenuto in considerazione dal governo Draghi, verso il quale continuiamo ad avere grande rispetto. Ma ad ogni domanda deve esserci una risposta, possibilmente positiva». Ma proteste stanno scoppiando in tutta Italia. Dalla Calabria, alla Campania, alla Puglia, ma anche nel porto di Ravenna: si moltiplicano sulle strade d’Italia le proteste dei tir contro il caro-carburante, che rischia di penalizzare fortemente il settore dell’autotrasporto. E anche parte del mondo politico delle Regioni si mobilita per chiedere al governo un intervento urgente e decisivo. Stamattina intanto un camionista che stava protestando sulla statale 16, nel Foggiano, è stato ferito al fianco da un automobilista con un’arma da taglio, in modo non grave. A quanto pare l’aggressore, a bordo dell’auto, alla vista dei manifestanti non avrebbe rallentato ma anzi avrebbe fatto marcia indietro correndo il rischio di investirli. A quel punto sarebbe sceso dall’auto e con un coltello avrebbe ferito uno dei presenti. Decine di autotrasportatori calabresi hanno organizzato questa mattina un sit-in nei pressi degli svincoli dell’A2 di Gioia Tauro e di Rosarno, con l’intenzione di raggiungere assieme la città di Palmi. Una iniziativa pacifica, ma che secondo i partecipanti potrebbe alzarsi di livello fino al blocco della fornitura di beni e servizi in tutto il Paese, specie alla luce dell’incontro di ieri con la viceministra alle Infrastrutture Teresa Bellanova, il cui esito non sarebbe stato soddisfacente. Da ieri sera, passando alla Campania, prosegue invece sul tracciato casertano dell’A1 un’altra protesta dei camionisti, nel tratto che dal casello conduce alla Salerno-Reggio e fino alla barriera di Napoli Nord a Caserta. Si tratta di ‘blocchi mobilì, imposti e poi rimossi, ma che hanno comunque causato rallentamenti e disagi per il traffico tra Capua e Caianello, il cui casello è stato anche bloccato. Blocchi sono stati messi in atto anche sull’A30 Caserta-Salerno, alla barriera di Mercato San Severino (Salerno). Dalla Campania alla Puglia: anche sulla statale 613 Lecce-Brindisi è andata in scena la protesta degli autotrasportatori contro il caro carburante. Sei tir, con uno striscione che dava conto dell’iniziativa, hanno percorso a passo lento un tratto di 10 km creando rallentamenti al traffico, senza però grossi disagi alla circolazione. Sempre in Puglia, nel Tarantino, diversi autotrasportatori hanno montato un presidio sulle statali 106 e 100, ricevendo la solidarietà di alcuni sindaci locali. Nel Barese, invece, i camionisti contro il caro-gasolio sono al secondo giorno di protesta sulla statale 96 e nella zona industriale di Altamura: «I costi sono così elevati - spiega il presidente di un consorzio - che viaggiare è diventato troppo oneroso, per questo abbiamo deciso di fermare i mezzi». La protesta, è stato annunciato, porterà i ‘tir-lumacà venerdì alle porte di Bari. Le iniziative però non si limitano al Mezzogiorno: dall’alba il Porto San Vitale di Ravenna è bloccato dai camionisti contro il caro-gasolio e anche contro il Green pass. Una protesta, è stato spiegato, che fa seguito alle mobilitazioni in corso anche in altre parti del Paese, come a Palermo, Catania, Messina e Caltanissetta. Verso le 9 è stato aperto un varco per il transito dei veicoli, ma lunghe code si sono formate nelle principali strade circostanti. Alle 9.40 è stata riaperta la via Classicana, ma il presidio attorno al porto rimane. «Sulla questione del caro-carburante occorrono interventi urgenti e risolutivi da parte del Governo nazionale» ha detto il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, sottolineando anche le ricadute sul settore dell’agroalimentare, tema sollevato anche da Coldiretti. E mentre il Codacons si dice pronto a denunciare gli autotrasportatori per le ripercussioni della protesta anche sui consumatori, dalla Regione Sicilia arriva l’appello a Palazzo Chigi dell’assessore ai Trasporti Marco Falcone, che ha convocato un tavolo con le rappresentanze degli autotrasportatori dell’isola, in sciopero da due giorni: “Ribadiamo - ha detto l’assessore - l’urgenza di un intervento risolutivo del governo Draghi».