Sarà un esecutivo composto da ministri sia tecnici ma anche politici quello che caratterizzerà il governo Draghi. Mentre le consultazioni sono ancora in corso e nulla ormai pare scontato. E' iniziato già il totoministri. Non si tratterà di un governo di soli tecnici, questo è ormai chiaro. Ma quanto e come peseranno i vari partiti? Come avrebbe confermato lo stesso incaricato premier Draghi, durante le varie consultazioni tenute con i gruppi politici, si affiderà innanzitutto sul "profilo di competenza" dei ministri scelti. Tra i possibili ministri, potrebbe esserci Antonio Tajani, nome che circola da ieri dopo l'apertura mostrata da Forza Italia. A lui potrebbe andare la delega agli Affari europei. Potrebbe entrare in squadra anche Giancarlo Giorgetti, che ha mostrato grande sintonia con Mario Draghi. Un ruolo che appare quasi sicuro qualora la Lega decidesse di appoggiare il nuovo governo Draghi. Rumors parlando per lui della delega ai Rapporti con il Parlamento. Resterebbero Luigi Di Maio, ma non agli Esteri, e Dario Franceschini. Così pure Roberto Speranza, qualora Leu appoggiasse Draghi. In quota Italia Viva, rientrerebbe Teresa Bellanova, probabilmente ancora all'Agricoltura. Pare andare verso la riconferma anche Luciana Lamorgese, che resterebbe al Viminale. Potrebbe restare alla Difesa anche Lorenzo Guerini, ma dipenderà molto dagli equilibri tra le forze politiche in campo. Secondo il Corriere della sera, all'Università potrebbe andare il rettore della Sapienza Antonella Polimeni e all’Istruzione il professore Patrizio Bianchi, esperto di economia. Resta tutta da giocare la partita sui ministeri strategici, ossia il Mef, lo Sviluppo economico, la Giustizia e le Infrastrutture. Per l’Economia potrebbe mantenere l’interim proprio Draghi, mentre avrebbe chance come viceministro Carlo Calenda, leader di Azione ed ex ministro dello Sviluppo economico.